don Paolo Quattrone – Commento al Vangelo di domenica 19 Novembre 2023

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La prima cosa che possiamo cogliere leggendo la parabola dei talenti รจ che Dio ha donato a ciascuno di noi capacitร  diverse, per numero e per tipologia, infatti Gesรน inizia il racconto cosรฌ: โ€œAvverrร  come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamรฒ i suoi servi e consegnรฒ loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacitร  di ciascuno; poi partรฌโ€.

Nessuno รจ una fotocopia, siamo tutti pezzi unici, originali e di conseguenza ciascuno possiede dei talenti unici perciรฒ occorre domandarci: quali sono i miei? Quante volte invece ci scoraggiamo, abbiamo una percezione errata di noi stessi, crediamo di non valere nulla, ci sottostimiamo, abbiamo lโ€™impressione di essere sempre in difetto e che gli altri siano meglio e piรน di noi.

Questa parabola รจ davvero Vangelo cioรจ buona notizia perchรฉ rivela che nessuno รจ privo di capacitร  e di risorse, ognuno di noi ha un valore e qualcosa da dare di sรฉ, non passiamo il tempo a guardare ciรฒ che hanno gli altri ma prendiamo coscienza dei doni che possediamo, ringraziamo ogni tanto per quelle che sono le nostre potenzialitร .

Arriviamo cosรฌ al secondo livello della parabola: tutti abbiamo dei talenti, si tratta di riconoscerli e di conseguenza di metterli in gioco. Uno dei peccati piรน grossi cioรจ una delle cose che piรน nuoce alla nostra felicitร  e a quella degli altri, due dimensioni strettamente collegate, รจ quello di non mettere in campo le risorse e capacitร  che abbiamo tenendole in un cassetto e questo puรฒ accadere per diversi motivi: il primo perchรฉ non riconosciamo di possedere quei doni; secondo per paura del giudizio degli altri e di esporci; terzo per pigrizia/egoismo.

Non utilizzare i talenti contribuisce ad incupire la nostra esistenza, a percepirci vuoti, stanchi, depressi. Alcuni malesseri interiori che a volte rischiamo di esperimentare dipendono dal fatto che non ci mettiamo in gioco, viviamo con il freno a mano tirato, siamo in modalitร  risparmio invece di spenderci ci tratteniamo.

Con questo non significa diventare frenetici, tanto piรน nel tempo presente dove lโ€™essere sempre di corsa sembra quasi un motivo di vanto, bensรฌ si tratta di avere il coraggio di scegliere in quale campo giocare le nostre capacitร  anche perchรฉ credo che Dio, alla fine della nostra esistenza non ci chiederร  quante cose abbiamo fatto quanto piuttosto se e come abbiamo usato i nostri talenti per rendere bella la nostra esistenza e quella altrui, tanti o pochi che siano.

Cโ€™รจ un rischio quando leggiamo la parabola in questione ed รจ quello di pensare che i talenti siano soltanto ciรฒ che so fare come se dovessi partecipare ad un talent show mentre a mio avviso un talento รจ ben di piรน, รจ prendere consapevolezza di quali siano i nostri punti di forza.

Vi sottolineo un particolare che si deduce dal brano ed รจ questa frase che pronuncia il padrone quando i due servi fedeli gli consegnano i talenti che hanno fatto fruttare: โ€œBene, servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, ti darรฒ potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.

โ€œSei stato fedele nel pocoโ€: parole che possono essere intese in questo senso: bravo perchรฉ non hai preteso di essere ciรฒ che non sei ma hai semplicemente utilizzato quei talenti che ti ho dato, pochi o tanti che siano non importa. Nella vita ci รจ chiesto di usare i talenti che abbiamo e non quelli che non possediamo e questo รจ assolutamente liberante.

Spesso incorriamo nellโ€™errore tremendo di voler essere ciรฒ che non siamo, di rincorrere un ideale di noi, di voler possedere tutte le capacitร  ma in realtร  Dio a ciascuno di noi ne ha assegnate alcune e sono quelle da far fruttare, da mettere in campo senza voler pretendere da noi stessi ciรฒ che non siamo, non possiamo essere tutto ma dobbiamo fare la nostra parte.

โ€œPrendi parte alla gioia del tuo padroneโ€: sei nella gioia vera quando ti sei donato per ciรฒ che sei, quando interpreti la vita non come una competizione per primeggiare su tutto ma quando riconosci i tuoi limiti e le tue risorse, i tuoi punti di forza ed allo stesso tempo di debolezza.

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Siamo nella gioia e nella pace aggiungo, quando non pretendiamo di arrivare dappertutto bensรฌ ci doniamo per ciรฒ che siamo, usando le nostre qualitร  e non torturandoci per quelle che non abbiamo e che altri posseggono. Non possiamo dare ciรฒ che non possediamo bensรฌ abbiamo il dovere sacrosanto di donare ciรฒ che ci appartiene: le nostre qualitร , sensibilitร  e i punti di forza.

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