don Paolo Gentili – Commento al Vangelo di domenica 8 Marzo 2020

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La trasfigurazione ci prende per mano

ยซIl suo volto brillรฒ come il sole e le sue vesti divennero candide come la luceยป (Mt 17,2). Lโ€™esperienza della trasfigurazione tocca il cuore dei discepoli del Signore. รˆ come se attraverso Gesรน, il Padre Celeste prendesse per mano gli Apostoli, e con loro ciascuno di noi, per portarci oltre le nostre paure. Come un vero babbo, che insegna al proprio figlio a nuotare e lo rassicura, addomesticando i timori suscitati dalla profonditร  delle acque.

Certamente, quando Pietro si troverร  a essere crocifisso a testa giรน, perchรฉ non si riteneva degno di morire come il suo Maestro, avrร  impressa negli occhi quella luce, mescolata a tutte le angosce di quel momento. Quella visione luminosa aveva generato infatti nel suo cuore una gioia immensa.

Ecco allora la tentazione di fissare quellโ€™istante, di accamparsi lรฌ dove si rendeva presente la storia del suo popolo: la legge (Mosรจ) e i profeti (Elia). Ma il cristiano non si puรฒ fermare: รจ in stato di perenne conversione. รˆ cioรจ chiamato in questo tempo forte a uscire dalle proprie sicurezze e mettersi di nuovo in cammino, sulle orme di Abramo. Alla chiamata fa perรฒ da traino una promessa: ยซin te si diranno benedette tutte le famiglie della terraยป (Gen 12,3b). Non soltanto รจ guarita la sterilitร  di Abramo e Sara, ma di tutti i battezzati.

La Quaresima, tempo dedicato alle benedizioni da parte del parroco, รจ quindi lโ€™occasione per fare memoria della feconditร  del proprio battesimo, sfogliando con i propri figli e nipoti gli album con le foto di famiglia.

San Giovanni Paolo II sottolineava che ยซla futura evangelizzazione dipenderร  in gran parte dalla chiesa domesticaยป. รˆ la piccola chiesa domestica che mostrando lโ€™armonia della differenza, alimentata dalla Grazia di Dio, costruisce relazioni di comunione nella parrocchia e umanizza la societร . I beni relazionali sono il tesoro raro che possiamo lasciare in ereditร  ai nostri figli, offrendo un prezioso antidoto allโ€™usa e getta della societร  moderna.

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Per spezzare la cultura del provvisorio occorre ricostruire, attraverso una comunitร  cristiana che ha la famiglia come metodo, la vera cultura dellโ€™incontro. Come ci ricorda Papa Francesco, ยซil Vangelo ci invita sempre a correre il rischio dellโ€™incontro con il volto dellโ€™altro, con la sua presenza fisica che interpella, col suo dolore e le sue richieste, con la sua gioia contagiosa in un costante corpo a corpoยป. Anche le relazioni umane hanno infatti bisogno di un bagno rigenerativo e trasfigurante. Noi crediamo in Gesรน: ยซEgli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e lโ€™incorruttibilitร  per mezzo del Vangeloยป (2Tim 1,10b). Non si tratta solo della morte fisica, ma anche della morte del cuore, quando non ci sente amati o corrisposti. รˆ la forza della fede che permette di ri-iniziare dopo che lโ€™altro ti รจ andato contro, o addirittura ti ha tradito.

Lโ€™Evangelista Marco racconta che Gesรน ยซfu trasfigurato e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle cosรฌ biancheยป (cfr. Mc 9,2-3). Vivere la trasfigurazione oggi significa allora mostrare al mondo che il per sempre sa di Dio, perchรฉ nella sua misericordia, ogni volta che cadiamo, possiamo smacchiare il nostro cuore dalle tracce del male.

don Paolo Gentili, Vicario del vescovo di Grosseto

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