Nel deserto. Luogo geografico e luogo intimo. Silenzio e sogni. Drammi e Povertà. Il deserto fa paura ne percepiamo tutto lo spessore della solitudine e dell’assenza di sicurezze, di appoggi, di appigli.

Nel deserto abitano sogni (tentazioni) e povertà. Abitano assenze e essenzialità di vita.

Quaranta giorni e quaranta notti di privazioni anche all’uomo Gesù manifestano tutta la potenza della vulnerabilità, ferita in cui facilmente entra il morbo del peccato, della caduta, della accettazione di un’alternativa fallace che, se accolta con leggerezza senza spirito critico, produce nullità nullificante (S. Fausti). I sogni-tentazioni segnano la mancanza di pienezza (e come arrivare a riempirla?), indicano la povertà di cui siamo strutturati e ci suggeriscono le alternative.

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E qui, proprio nel deserto, il diavolo si presenta a dire e a dare la sua alternativa, il tuo benessere a discapito degli altri: possesso di cose, di relazioni, di potere. Assoggettati al potere illusoriamente eterno, illusi anche di esercitarlo.

Gesù non ci sta, vive la sua fame, i suoi sogni di realizzazione del regno, la sua beatitudine nella totale adesione alla volontà del Padre. Non cede al ricatto del tutto subito, dello sfamare la sua pancia adesso per lasciare in miseria adesso gli altri, non cade ai piedi del diavolo per opprimere l’umanità. Lui è venuto per sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo (Is 58,6).

Gesù, e diciamolo forte ogni uomo ogni donna, sono venuti alla luce, sono nati per essere pienezza di vita, di gioia, di eterno. La volontà del Padre per l’umanità tutta. Il sogno del regno di beatitudine ha bisogno della lotta, ha bisogno del coraggio di ascoltare la verità del Dio che soffre il limite umano e che da questo germina condivisione.

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Il sogno non si infrange al risveglio, dopo quaranta giorni e quaranta notti, ma è l’arma nella lotta contro la disumanizzazione diabolica. Gesù continuò a sognare le beatitudini. A vivere le beatitudini per annientare il potere dissolutivo, liquefacente ogni relazione con le cose, con Dio, con gli altri.

Il deserto cioè ogni assenza, ogni fragilità, ogni vulnerabilità allora è il luogo per eccellenza in cui scegliere chi ascoltare, per quale sogno lottare. Appena prima nel battesimo al Giordano il Padre disse: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto” (Mt 3,17). Gesù ascoltò questa voce.

L’infinita teoria di santi, di uomini e donne di buona volontà, di chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, (At 10,35) è per noi la speranza certa che non delude che l’uomo sa ancora ascoltare la voce del cielo. Sa ancora ascoltare il sogno rispetto all’immediatezza di una pancia piena, di un sfidare le leggi della natura, di un prostituirsi al potere per avere denaro rubato ai bisognosi.

Gesù risoluto disse Vattene satana. Il vangelo cominciò a risvegliare le coscienze. Lo Spirito che condusse nel deserto delle tentazioni condusse dalle tentazioni del deserto l’uomo nuovo a vivere la novità di vita.

I domenica di Quaresima (a) 26.02.2023

FONTE | Telegram
Foto di Steve Haselden da Pixabay