don Mauro Pozzi commenta il Vangelo di domenica 17 aprile 2016

Il commento al Vangelo di domenica 17 aprile 2016 a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.

ASCOLTARE LA SUA VOCE

Gesù ci conosce. Altrove nel Vangelo è detto che anche i capelli del nostro capo sono contati. Purtroppo non è sempre vero che noi conosciamo o riconosciamo Lui. La condizione di questa conoscenza da parte nostra è l’ascolto della sua voce. Noi chiamiamo comunemente la Sacra Scrittura Parola di Dio, ma qui si parla di voce, che non sembra essere qualcosa di scritto o definito, ma di una parola viva e attuale, che riguarda il nostro presente. Quindi Dio parla al nostro cuore anche oggi e dobbiamo imparare ad ascoltarlo. Evidentemente non si tratta di usare le orecchie, non dobbiamo credere che il Signore sia una voce comune. Tuttavia è necessario tacere per udirla. Ci sono molti suoni che possono soffocarla. Il primo comandamento recita: non avrai altro Dio all’infuori di me.

[ads2]Quante cose mettiamo prima di Dio? Il lavoro, il denaro, il tempo libero… ognuno può rispondere secondo coscienza. La nostra vita è fatta di tempo e ciò a cui diamo il tempo fa parte della nostra vita. Quanto tempo e che tempo diamo a Dio? Infatti esiste anche una qualità del tempo. Le cose che facciamo nei ritagli, solo se non c’è altro da fare, sono cose di poco conto. Spesso è questo il tempo che diamo al Signore. La preghiera è confinata alla sera, dopo tutto, raramente al mattino, quasi mai durante la giornata. La messa della domenica è certo un tempo di qualità, ma anche questo è a volte sacrificato a favore di altre cose ritenute più importanti. Per ascoltare è necessario il silenzio. La realtà che ci circonda è chiassosa, piena di distrazioni: televisione, musica, spettacoli vari. I nostri sensi sono molto sollecitati e siamo bombardati dalla pubblicità che ci presenta una quantità di oggetti apparentemente meravigliosi e desiderabili. Sembra che la felicità sia nel possedere tante cose. Tutto ciò ci allontana da noi stessi, dal cuore, che è il luogo dove Lui ci parla. Gesù consiglia di non sprecare parole nella preghiera. Se incontrando qualcuno parliamo sempre noi, come possiamo dire di aver ascoltato. A volte pregando facciamo proprio così, spieghiamo a Dio cosa deve fare e cosa vogliamo, in un lungo monologo. È dunque molto importante eliminare le distrazioni e imparare a pregare nel silenzio interiore. I padri dicono che basta dire poche parole, basta anche semplicemente mettersi in adorazione ripetendo Padre o Ave Maria. Se ci mettiamo nel giusto atteggiamento impareremo ad ascoltare la voce del Maestro. Egli ci parlerà suscitando dei sentimenti, ci darà delle belle intuizioni, si manifesterà tramite incontri o circostanze provvidenziali… sta a noi dargliene la possibilità.

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IV Domenica del Tempo di Pasqua

Gv 10, 27-30
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 17 – 23 Aprile 2016
  • Tempo di Pasqua IV, Colore bianco
  • Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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