Legame fra lโAntico Testamento e il Vangelo: il ringraziamento dello straniero.
PRIMA LETTURA
Uno dei miracoli di Eliseo, in favore dโuno straniero lebbroso. Come si sa, lโepisodio era cominciato male: indirizzo sbagliato, nessuna โcerimoniaโ da parte di Eliseo, cattivo umore del generale siriano. Ma, una volta guarito, Naaman manifesta la sua riconoscenza
- col suo comportamento nei riguardi del profeta,
- con una professione di fede,
- con la volontร di unirsi al vero culto (su un altare in terra portata da Israele).
Spunto universalista.
SALMO
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Acclamazione al Dio dโIsraele, re universale.
SECONDA LETTURA
Il vangelo di Paolo si condensa totalmente in Gesรน risorto.
Non si tratta perรฒ dโuna veritร astratta, bensรฌ di una persona viva per la quale lotta e soffre (vedi il passo precedente 2,2-3 sul โbuon soldato di Cristo Gesรนโ).
Questa testimonianza personale diventa la testimonianza di tutta la Chiesa, grazie alla citazione dโuna specie di inno che richiama la teologia dellโunione con Cristo (Ef, Col) e lโobbligo di non rinnegare Cristo (vedi i Vangeli, Lc 12,8-9).
VANGELO
Gesรน sale a Gerusalemme. Questo richiamo caratterizza la seconda parte del Vangelo di Luca, presentato come โil camminoโ verso Gerusalemme (vedi Domenica delle Palme e 9,51; 17,11; 19,28).
In Lc 5,12-16 e paralleli si parla di un solo lebbroso. Qui i lebbrosi sono dieci. Episodio e valore diversi. Il racconto รจ proprio di Luca.
Vi notiamo:
1) la reintegrazione/purificazione. Con lโinvio ai sacerdoti, come in Lc 5 e paralleli.
2) La riconoscenza, il ringraziamento.
3) La presenza dโuno straniero (o mezzo straniero, comunque un estraneo al culto di Gerusalemme). Su Samaria e i Samaritani, vedi 9,52 e 10,33 nella 13a e 15a domenica.
Apertura universalistica senza integrazione nella legislazione di Mosรจ; mediante il gesto di Cristo che si rivolge allโimmondo cosรฌ comโรจ, e il ringraziamento, che formano lโunica comunitร valida, la comunitร eucaristica totalmente aperta.
PER ANNUNCIARE LA PAROLA
Il ringraziamento, espressione della fede
Gli uomini chiedono, piรน che ringraziare.
Dei dieci lebbrosi guariti, uno solo โtornรฒ indietro lodando Dioโ. Il Signore si meraviglia che sia solo e ammira la fede riconoscente del Samaritano (Vangelo).
Naaman proclama nella fede il Dio che lโha guarito: โNon cโรจ Dio su tutta la terra se non in Israeleโ. Vorrebbe offrire un dono di riconoscenza ad Eliseo, che rifiuta. Allora il generale siriano carica molta terra per innalzare un altare nel suo paese e celebrarvi i benefici che gli ha fatto il Signore.
Soltanto uno su dieci ringrazia dopo esser stato esaudito; un dato statistico che rivela non solo lโingratitudine, ma piรน profondamente la mancanza di fede.
Il credente si prende il tempo necessario per ritornare indietro, per rivedere la propria vita e quella del mondo onde riconoscervi i benefici di Dio. In che modo il nostro sguardo di fede suscita il nostro ringraziamento, ci apre allโEucaristia?
Lo straniero chiamato alla fede
Lโunico che torna a ringraziare Gesรน รจ un Samaritano, un uomo di dubbia religione. Il suo ritorno al Signore รจ una conversione: โVaโ, la tua fede ti ha salvatoโ.
Naaman รจ uno straniero, un pagano; la malattia gli dร lโoccasione di venire a contatto col Dio di Israele; fino a quel momento riteneva che gli dรจi fossero legati a un popolo, a una terra. La guarigione ne determina la conversione, lโapre al Dio che supera le frontiere. ร giร un testimone dellโuniversalismo della salvezza: โLa salvezza del Signore รจ per tutti i popoliโ (ritornello del salmo).
Paolo, per tutta la vita, fin nella prigionia, รจ animato da una tenace volontร missionaria: โSopporto ogni cosa per gli eletti, perchรฉ anchโessi raggiungano la salvezzaโ (2ยช lettura).
Il Signore vuol essere il Salvatore di tutti. La fede non รจ riservata a razze scelte, a classi privilegiate, Dio chiama tutti gli uomini a far parte del suo popolo, aspetta la risposta di ognuno nella fede.
Il lebbroso purificato
Egli non รจ soltanto guarito; purificato, non รจ piรน lโimpuro escluso dalla comunitร , colui che vive ai margini senza poter partecipare alla vita del popolo, in particolare agli atti di culto. Il Signore, purificando i lebbrosi, li fa entrare nella comunitร ; lโandare โa presentarsi ai sacerdotiโ vuol dire far riconoscere tale reintegrazione.
La nostra societร , le nostre comunitร cristiane tengono ai margini, escludono persone giร colpite da disgrazie diverse: anormali, handicappati, piccoli, tutti coloro che turbano la quiete del nostro ordinamento. Il Signore, che annuncia a tutti la sua Buona Novella, sempre accoglie per primi i reietti.
Dio manifesta il suo potere ai credenti
I dieci lebbrosi โvanno incontro al Signoreโ, gli rivolgono una supplica fiduciosa: โAbbi pietร di noiโ. Col suo potere Gesรน Cristo li guarisce.
Naaman dichiara con sicurezza che lโacqua del Giordano non รจ migliore di quella dei fiumi di Damasco (2 Re 5,13), ma ha fiducia nellโuomo di Dio; si lava nel Giordano ed รจ guarito dalla lebbra.
Credere significa accettare di lasciare agire Dio che puรฒ tutto e che non tarda a manifestare il suo potere a coloro che credono in lui.
โSurrexit Dominus vere: Cristo รจ davvero risortoโ. Canto ben conosciuto. Questa fede nel Cristo morto e risorto รจ, al termine della sua vita, โil vangelo di Paoloโ (2ยช lettura); la causa della sua prigionia, e ne รจ molto fiero; la forza dinamica della sua predicazione: โLa Parola di Dio non รจ incatenataโ; la certezza della sua preghiera: โPerchรฉ anchโessi raggiungano la salvezzaโ.
Questa fede รจ il principio della nostra giustificazione: โVivremo anche con luiโ, giร sottolineato nella prima predicazione di Paolo, dopo la sua conversione: โPer opera di lui vi viene annunziata la remissione dei peccati, per lui chiunque crede riceve giustificazione da tutto ciรฒ da cui non vi fu possibile essere giustificati mediante la legge di Mosรจโ (At 13,38-39).
Questa fede รจ la base di tutta la predicazione missionaria, addirittura il cuore della credenza della Chiesa. Si vedano i discorsi di Pietro: il giorno di Pentecoste (At 1,22-24), nel Tempio (At 3,14), davanti al Sinedrio (At 4,10): โNon possiamo fare a meno di parlare di quelle cose che abbiamo visto e uditoโ (At 4,20).
Tratto da โOmelie per un anno 1 e 2 โ Anno Cโ โ a cura di M. Gobbin – LDC



