don Manuel Belli – Commento al Vangelo del 23 Marzo 2021

Gesù, nel vangelo di Giovanni, dice più volte che non possiamo andare dove va lui. Lo dirà anche a Pietro durante l’ultima cena. La croce è un abisso tale di amore, di lotta con il maligno, di modo di intendere Dio, di fede che non ci è accessibile: solo dopo che Gesù ci ha aperto la strada possiamo seguirlo. Per due volte nel testo Gesù usa per sé “io Sono”: si tratta del nome santo di Dio, rivelato a Mosè.

Il testo è drastico: o riconosciamo in Gesù crocifisso il volto di Dio, oppure moriamo nei nostri peccati. O riconosciamo in Gesù crocifisso il volto di Dio, oppure moriamo nei nostri peccati. No, non è un errore, è proprio una frase che chiede di essere ripetuta e digerita lentamente. Arriva un tempo nella vita in cui ti rendi conto che hai porte chiuse, che non riesci ad andare dove vorresti, che stai involvendo.

Il peccato è questione seria, e fa male. Si muore di peccato, e ti senti chiuso in circoli viziosi che ammazzano la vita. Non ci salviamo da soli: quando il peccato fa più male, splende la croce di Gesù. Il testo di oggi chiede di essere assimilato pian piano, perché ci rivela quanto fa male il peccato, ma anche la buona notizia che, grazie alla croce di Cristo, ci è aperta una strada di salvezza.

A cra di don Manuel Belli su Facebook.


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