don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo di oggi, 14 Novembre 2022

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Gerico è la città che fa da ingresso alla terra promessa, quella stessa terra dove arrivarono gli israeliti dalla schiavitù d’Egitto. È proprio in questa città che Gesù compie un miracolo interessante soprattutto per i rimandi teologici che l’evangelista Luca vuole porre nel suo racconto.

“Mentre si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada”.

La cecità e la mendicanza sono due caratteristiche tipiche di chi non vede più ciò che conta nella vita e proprio per questo non riesce più a vivere ma a sopravvivere. Ma quest’uomo conserva nella sua fragilità tutti gli ingredienti necessari affinchè la sua vita spirituale possa far rifiorire in lui un imprevisto, una guarigione, un miracolo. Anzi tutto è capace di ascolto:

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Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli risposero: «Passa Gesù il Nazareno!»”.

È decisivo saper ascoltare quando si è in quella crisi di buio che non ci fa vedere più dove stiamo andando. Ma l’ascolto è vero se suscita in noi l’unica cosa interessante che possiamo davvero fare, e cioè pregare con sincerità e forza:

Allora incominciò a gridare: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!»”.

La preghiera di quest’uomo non è complicata, è infinitamente semplice ma ha una caratteristica che molto spesso trascuriamo: è insistente, continua, ostinata. La regola numero uno della preghiera è non smettere di pregare, anche se tutto intorno cerca in tutti i modi di farti smettere.

È infatti questa costanza che dispone il cuore di quest’uomo a entrare in un rapporto personale con Gesù:

Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò: «Che vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io riabbia la vista». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato»”.

Così questa preghiera semplice e costante gli dona ciò che a lui manca: una visione nuova della vita.

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Il cieco del Vangelo di oggi è il grande esempio di un percorso che tappa dopo tappa ci conduce al Signore. Innanzitutto il punto di partenza è la condizione di cecità che nasce dalla mancanza dell’incontro con Cristo, cioè dalla mancanza dell’incontro con un senso che riempie la vita di significato. Finché l’uomo non incontra qualcosa che rende significativa la propria vita è come se vivesse al buio. Bene lo sanno coloro che a un certo punto incontrano un amore, o una passione che ridesta in loro la vita stessa: quell’incontro riempie la loro vita di una luce che prima non c’era. Ma Cristo arriva attraverso la mediazione degli altri: “Sentendo passare la gente, (il cieco) domandò che cosa accadesse. Gli risposero: «Passa Gesù il Nazareno!»”. […] Continua a leggere qui.

AUTORE: don Luigi Maria Epicoco | PAGINA FACEBOOK