don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del Giorno – 10 Marzo 2020 – Mt 23, 1-12

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Il duro rimprovero che Gesรน rivolge agli scribi e ai farisei riguarda noi tutti, perchรฉ Gesรน non si sta rivolgendo a una ย categoria di uomini e basta ma a una mentalitร  che serpeggia nel cuore di ogni uomo: <<Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattรจri e allungano le frange; amano posti d’onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare “rabbรฌ” dalla gente>>.

Nelle parole di Gesรน incontriamo l’analisi piรน chiara della mentalitร  farisaica che egli condanna. Innanzitutto il voler signoreggiare sulla vita degli altri dicendo sempre a tutti ciรฒ che dovrebbero fare senza mai accorgersi che la prima cosa da fare รจ essere noi stessi quel cambiamento che pretendiamo dagli altri.

La seconda caratteristica viene da quel bisogno negativo di vivere sempre cercando consenso, ammirazione, apparenza, senza rendersi conto che chi vive solo volendo mettere a credere qualcosa agli altri, arriva fino al punto di non sapere nemmeno egli stesso chi รจ. รˆ una sorta di nevrosi che spacca la vita e la condanna all’ipocrisia. รˆ pensare di contare qualcosa solo perchรฉ gli altri tengono fisso lo sguardo su di noi.

รˆ atteggiarsi a guru quando in realtร  noi siamo i peggiori di tutti, quelli che per primi dovrebbero fare un bagno di umiltร  e dichiararsi i piรน bisognosi di misericordia. Gesรน condanna chi vive secondo questa logica, e mette in guardia da tutti coloro che in maniera anche latente vogliono porsi come “piccoli dio” agli occhi degli altri.

Per questo vieta di usare la parola “maestro” e “padre”. Non รจ un divieto di vocabolo, ma รจ un campanello d’allarme che serve a ricordare che solo uno รจ abbastanza affidabile da poter essere seguito e onorato di paternitร  senza incorrere in nessun ripensamento: Dio.

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Per noi invece vale la parola finale: ยซChi si innalzerร  sarร  abbassato e chi si abbasserร  sarร  innalzatoยป.

Commento di don Luigi Maria Epicoco al Vangelo di Mt 23, 1-12.

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