โTrovรฒ nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco. Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciรฒ tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettรฒ a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciรฒ i banchi, e ai venditori di colombe disse: ยซPortate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercatoยปโ.
Forse in maniera piuttosto affrettata possiamo pensare che la reazione forte che Gesรน ha nel Vangelo di oggi sia riferita solo alla grande tentazione di mescolare il denaro e il sacro.
E’ bene dire che questa tentazione non ha mai abbandonato lโesperienza religiosa, ma essa nasconde a mio avviso qualcosa di piรน profondo. Il denaro e il commercio ci danno lโillusione di poter controllare la divinitร .
Dio ovviamente non ha bisogno del denaro, ma immaginare di poter acquistare la sua benevolenza, la sua attenzione e il suo amore con una qualche forma di scambio, di commercio, di merito รจ ciรฒ che alla base della perversa usanza di mescolare il denaro con le cose di Dio.
Ma le cose di Dio sono realmente Sue solo se si portano addosso una delle caratteristiche piรน importanti del Suo Essere, e cioรจ la gratuitร . Solo Dio รจ gratuito e non chiede nulla in cambio per il suo Amore.
Vivere come se Egli pretendesse qualcosa da noi significherebbe mettergli addosso le caratteristiche del paganesimo. Oggi il Vangelo ci interroga sul rapporto โgratuitoโ che abbiamo o meno con Dio.
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Autore: don Luigi Maria Epicoco
