All’immagine di Gesรน mite e umile di cuore, si contrappone l’immagine di Gesรน del vangelo di oggi: <<Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciรฒ tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettรฒ a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciรฒ i banchi, e ai venditori di colombe disse: “Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato”>>.
Gesรน non รจ bipolare. Non c’รจ nemmeno contraddizione tra la sua mitezza e la forza che tira fuori nel vangelo di oggi. I miti sono quelli che sanno usare una estrema fortezza verso ciรฒ che conta. E a Gesรน non va assolutamente a genio che si possa fare commercio con le cose di Dio.
Non รจ la questione di oggetti e ricordini, รจ l’idea che l’esperienza della fede possa essere comprata e venduta come qualunque altra merce. Nella vita reale se tu paghi qualcuno perchรฉ ti ami, non penserei nemmeno lontanamente che quello possa essere chiamato amore. ร solo prostituzione in tutte le sue declinazioni. Anche nella fede รจ cosรฌ. Non si puรฒ dare un prezzo alla relazione con Dio. Dio non lo si compra nรฉ lo si vende. E la prova รจ Gesรน stesso: <<Quale segno ci mostri per fare queste cose?ยป. Rispose loro Gesรน: <<Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farรฒ risorgere>>.
Gli dissero allora i Giudei: <<Questo tempio รจ stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?>>. Ma egli parlava del tempio del suo corpo. La nostra fede non รจ un oggetto, non รจ merce, non รจ nemmeno un posto, nรฉ un tempio fatto di pietre. La nostra fede รจ Qualcuno, รจ Gesรน stesso. In questo senso esula la nostra normale logica di gestione delle cose. Il sacro non va gestito, va incontrato.
L’esperienza della preghiera รจ l’esperienza di incontrare Qualcuno e non di imbonirsi una vaga divinitร . Ha ragione Gesรน ad essere arrabbiato: non capire la preghiera, fraintenderla, pervertirla, significa condannarsi a rimanere prigionieri di una pratica religiosa che non ha niente di vivo dentro. E ciรฒ che non รจ vivo, non salva.
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Commento di don Luigi Maria Epicoco.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 2, 13-22
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Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesรน salรฌ a Gerusalemme.
Trovรฒ nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, lร seduti, i cambiamonete.
Allora fece una frusta di cordicelle e scacciรฒ tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettรฒ a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciรฒ i banchi, e ai venditori di colombe disse: ยซPortate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!ยป.
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I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: ยซLo zelo per la tua casa mi divorerร ยป.
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Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: ยซQuale segno ci mostri per fare queste cose?ยป. Rispose loro Gesรน: ยซDistruggete questo tempio e in tre giorni lo farรฒ risorgereยป.
Gli dissero allora i Giudei: ยซQuesto tempio รจ stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?ยป. Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
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Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesรน.
Parola del Signore
