Cโera un padrone che piantรฒ una vigna e la circondรฒ con una siepe, vi scavรฒ un frantoio, vi costruรฌ una torre, poi lโaffidรฒ a dei vignaioli e se ne andรฒ.
La nostra vita รจ una vigna che non abbiamo voluto noi, non abbiamo piantato noi, non lโabbiamo resa possibile noi, ma che alla fine di tutto ci รจ stata affidata con un atto di fiducia che si manifesta attraverso lโassenza del padrone. Un padrone puรฒ allontanarsi infatti solo se si fida. Eppure noi questa assenza la fraintendiamo sempre. O la intendiamo come abbandono (ci ha lasciati soli) oppure come delirio di onnipotenza (la vita รจ mia). Ecco perchรฉ la reazione dei servi รจ violenta:
Quando fu il tempo dei frutti, mandรฒ i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, lโaltro lo uccisero, lโaltro lo lapidarono. Di nuovo mandรฒ altri servi piรน numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo.
Lโabbandono e il delirio di onnipotenza fanno sempre emergere violenza, rabbia, rancore dal nostro cuore. ร importante quindi che venga qualcuno a guarirci da questo fraintendimento. ร questo il vero motivo per cui Dio manda Suo Figlio nel mondo, perchรฉ ristabilisca la giusta guarigione a ciรฒ che noi percepiamo in maniera sbagliata. Ma accade qualcosa di peggiore:
Da ultimo mandรฒ loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sรฉ: Costui รจ lโerede; venite, uccidiamolo, e avremo noi lโereditร . E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e lโuccisero.
Dietro le parole di Gesรน si nasconde profeticamente la fine che gli faranno fare. Cosa ci puรฒ essere come conseguenza se non questo:
Farร morire miseramente quei malvagi e darร la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo.
Ma Gesรน ci ha mostrato che da quella morte ingiusta che ha subito non รจ scaturita una condanna ma un perdono salvifico per tutti, specie per coloro che piรน degli altri gli hanno fatto del male. Gesรน รจ un imprevisto che quei servi non avevano calcolato.
โ NUOVO COMMENTO DALLA PAGINA FACEBOOK
Lo strano padrone della vigna, protagonista della parabola di Gesรน di questa XXVII domenica del tempo ordinario, ci mette davanti unโimmagine suggestiva ed efficace della nostra vita. Ci piace sempre concepirci come i padroni, ma la veritร รจ che la vita non ce la siamo data da soli, lโabbiamo ricevuta e non siamo nemmeno padroni di trattenerla per sempre, alla fine la restituiremo in ogni caso. Ora il problema รจ questo: perchรฉ non valorizzare la fiducia che questo padrone dร a questi vignaiuoli concedendogli lโusufrutto della vigna e offrendo loro persino la sua assenza come segno di totale stima nei loro confronti? Infatti se tu non ti fidi di qualcuno non gli dai nemmeno la responsabilitร di una cosa a cui tieni. E se lo fai cerchi di essere quanto mai presente affinchรฉ non facciano danni. Invece questo padrone รจ strano, fatica per piantare una vigna, la prepara, la recinta, e poi si fida dei vignaiuoli. Viene perรฒ il tempo della vendemmia, cioรจ il tempo in cui finisce questo usufrutto, e invece di corrispondere con gioia e gratitudine alla fiducia del padrone, questi vignaioli si mettono sulla difensiva fino al punto di arrivare ad uccidere persino il figlio del padrone, pensando cosรฌ di diventarne proprietari. […] Continua a leggere qui.
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Commento al brano del Vangelo di: โ Mt 21,33-43
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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