don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 8 Novembre 2019

Tutti noi almeno una volta nella vita abbiamo fatto l’ esperienza di fare cose che ormai sono irreversibili. Come bisogna vivere davanti a una cosa che non si può più cambiare? Gesù sembra rispondere a questa domanda attraverso la storia che racconta nel vangelo di oggi. <<C’era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore>>.

L’amministratore di questa storia è davanti alla resa dei conti. Il padrone si è accorto che è stato disonesto e consegnando i registri lo caccerà via. È troppo vecchio per riciclarsi in un altro lavoro e non sa più come venirne fuori. Allora pensa: “So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua.

Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo: tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d’olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta. Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. In pratica condona debiti a tutti sperando che questa gente quando lui sarà in rovina lo aiuterà.

È un modo non molto velato attraverso cui Gesù sembra suggerirci che essere misericordiosi nella vita è l’unico modo per trovare qualcuno che, quando ci presenteremo in paradiso, potrà aiutarci ad entrare da qualche finestra perché di sicuro dal portone non potremo. Non è l’elogio dell’imbroglio ma un modo simpatico di ricordarci che amare non è un’ingenuità ma una furbizia. Sembra dirci: Fatti furbo, ama! Non essere egoista, ti conviene! Perdona, non si sa mai!

<<Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce>>. I santi non sono un popolo di ingenui.

Commento di don Luigi Maria Epicoco.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

I figli di questo mondo verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 16, 1-8
 
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».

Parola del Signore

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