don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 6 Novembre 2018

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โ€œTutti insieme cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e ho necessitร  di andarlo a vedere; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”.

Un altro disse: “Ho preso moglie, e perciรฒ non posso venire”โ€.

Lโ€™elenco delle possibili scuse per cui lasciare da parte nella nostra vita la fede potrebbe essere infinito. Ad esempio il Vangelo cita almeno due grandi filoni: quello delle cose (campi e buoi) e quello delle relazioni (moglie e famiglia). Ciascuno puรฒ ritrovarsi tranquillamente in uno di questi filoni di scuse se non addirittura in entrambi.

Poi adesso si puรฒ anche aggiungere quello del cattivo esempio della Chiesa, dello scandalo dei preti, della brutta testimonianza di quelli che vanno sempre alla messa e cosรฌ via. Insomma non cโ€™รจ mai carestia nel regno delle scuse. Infatti tutto puรฒ diventare scusa per chi non vuole qualcosa. Allo stesso tempo non cโ€™รจ scusa che tenga per chi in realtร  vuole davvero qualcosa.

Cโ€™รจ un adagio popolare che รจ pieno di saggezza, e che bisogna stare attenti a non fraintenderlo: โ€œvolere รจ potereโ€. Ciรฒ non significa che basta volere qualcosa per poterlo anche fare, ma che certamente non cโ€™รจ nessuna potenzialitร  dietro al rifiuto di volere qualcosa.

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Ora, ciascuno di noi ha molto spesso vite complicate: impegni a cui mantener fede, bambini da andare a riprendere, comunitร  da seguire, scadenze di bollette, controlli, obblighi, incombenze, riunioni. Ma la veritร  รจ che Cristo non puรฒ essere ridotto a un impegno in mezzo agli altri.

รˆ la logica di chi vuole bene a qualcuno, infatti nellโ€™amore e nel bene si diventa sempre molto creativi pur di non rovinare o sprecare il bene. Molte persone che si amano strappano una telefonata, un messaggio, qualche minuto insieme durante la giornata pur di incontrarsi, di vedersi, o magari solo di sentirsi o di dirsi โ€œmi manchiโ€.

รˆ cosรฌ che dovrebbe essere la nostra vita spirituale: non un impegno da cui congedarsi ma una relazione in cui ingegnarsi.

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