AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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Se domenica scorsa, con la prima domenica dโavvento, il Vangelo ha spalancato di nuovo a ciascuno di noi la necessitร di attendere, cioรจ di avere una tensione dentro la nostra vita, di avere qualcosa verso cui correre e questa cosa poi alla fine definisce la nostra esistenza, in questo Vangelo della seconda domenica di avvento la voce di giovanni battista ricorda a ciascuno di noi che ciรฒ che ci separa dallโessere felici a volte รจ una strada incidentata, una strada piena di buche, di burroni o magari di dossi di montagne.
Tutte cose che vanno di nuovo spianate che vanno rimesse a posto perchรฉ la separazione tra noi e ciรฒ che ci rende felici, cioรจ Gesรน Cristo, alla fine possa accadere davvero dentro la nostra vita.
Quellโimpegno quindi che ci domanda il vangelo di questa domenica, dare un nome a ogni burrone, dare un nome ogni dosso cercare di capire quali sono quelle ferite o quelle resistenze allโinterno di ciascuno di noi che alla fine ci frenano nellโessere felici, ci frenano nellโincontrare qualcosa che riempie di senso la nostra vita, ci frenano nellโincontro con Gesรน Cristo perchรฉ non cโรจ vera attesa se non cโรจ un lavorio, un lavorare sulle strade che ci rendono felici, non cโรจ vera attesa se questa attesa poi alla fine non diventa qualcosa di concreto, un guarire profondo perchรฉ poi in fin dei conti la fede porta innanzitutto questo, non tanto un interpretazione della realtร , quanto una guarigione dalla propria storia, una guarigione di ciรฒ che si รจ in questo istante.
Motivo per cui forse il vangelo inizia esattamente con le citazioni di tutti i notabili del tempo quasi a dire che in un tempo preciso in una cronaca precisa in un frammento di storia precisa accade qualcosa che in realtร riempie la storia, che la riempie di significato.
Bene anche nella nostra storia precisa, in questo segmento della nostra storia dove noi abitiamo, dove noi viviamo, quello che siamo noi che non รจ casuale , ma รจ un dettaglio, dentro quel dettaglio Dio vuole tornare ad abitare e noi dobbiamo fare la nostra parte.
Non soltanto un Dio che scende dentro la nostra umanitร ma anche un lavorare sulla nostra umanitร affinchรฉ questo incontro accada davvero.
Dobbiamo tornare a guarire interiormente.
Dobbiamo tornare a mettere mani a tutto quello che in fin dei conti ci separa da Lui, cioรจ dallโessere felici.



