don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 4 Dicembre 2023

Commento al brano del Vangelo di: Mt 8,5-11

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La storia del centurione romano che chiede a Gesรน la guarigione del suo servo ha due caratteristiche che a mio avviso non possiamo trascurare. La prima riguarda proprio lโ€™empatia che questo militare ha verso un suo servo. Non รจ qualcosa di scontato. Questโ€™uomo non rimane indifferente davanti alla sofferenza di questa persona anche se culturalmente era considerata non un suo pari:

ยซSignore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmenteยป.

Il centurione non domanda per sรฉ ma intercede per un altro dando voce a una persona che soffre talmente tanto da non riuscire essa stessa a formulare una preghiera. Mi ha sempre colpito questa forma di delicatezza perchรฉ mi ricorda che tutte le volte che preghiamo dovremmo essere voce di chi per un motivo o per un altro non riesce a farlo in prima persona. La seconda caratteristica riguarda la fiducia senza condizioni che egli pone nei confronti di Gesรน:

ยซSignore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, di’ soltanto una parola e il mio servo sarร  guarito. Perchรฉ anch’io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Va’, ed egli va; e a un altro: Vieni, ed egli viene; e al mio servo: Fa’ questo, ed egli lo faยป.

In pratica il centurione sta dicendo a Gesรน: โ€œio mi fido cosรฌ tanto di te che non importa che io sappia o veda come tu esaudirai questa mia preghiera; so solo che tu prenderai a cuore il dolore di questa personaโ€. Gesรน rimane sbalordito davanti a una simile fede:

โ€œGesรน ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: ยซIn veritร  vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede cosรฌ grandeยปโ€.

La domanda che il Vangelo di oggi ci pone รจ proprio su queste due cose: quanto intercediamo? E quanto ci fidiamo veramente?

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La storia del centurione raccontata nel Vangelo di oggi, contiene due dettagli che molto spesso sfuggono alla nostra attenzione. Lโ€™uomo in questione non รจ un credente, nรฉ un israelita, eppure mostra due caratteristiche che dovrebbero essere tipiche di un credente. La prima รจ la sua compassione: โ€œEntrato in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: ยซSignore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmenteยปโ€. Si noti bene che non sta scongiurando Gesรน per se stesso o per un suo familiare, ma per un suo servo. Questโ€™uomo non rimane indifferente davanti alla sofferenza del suo servo, e questo dovrebbe colpirci molto perchรฉ allโ€™epoca i servi erano considerati alla stessa stregua di oggetti e non certamente di persone. […] Continua a leggere qui.


Autore: don Luigi Maria Epicoco
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