ร un miracolo strano quello raccontato nel Vangelo di oggi. ร paradossale credere che solitamente siamo abituati a pensare che โcercareโ รจ una prerogativa nostra verso Dio, fa un certo effetto invece sapere che sia invece Dio a โcercarciโ, ad accorgersi della nostra sofferenza, della nostra incapacitร ad alzare lo sguardo (โera curva e non riusciva in alcun modo a stare drittaโ).
Dovremmo quasi dire che la vera preghiera ha inizio con Dio che si rivolge a noi e non il contrario. Noi possiamo perdere anche la capacitร di pregare, di desiderare, di sperare, ma รจ Lui stesso che ci viene a cercare lรฌ dove siamo.
โImpose le mani su di lei e subito quella si raddrizzรฒ e glorificava Dioโ.
La malattia di cui รจ afflitta questa donna le permette di guardare solo a terra. Ella rappresenta in maniera plastica cosโรจ una paranoia: il fissarsi su qualcosa fino al punto da non riuscire piรน a vedere nientโaltro. Chi vive cosรฌ non riesce nemmeno piรน ad accorgersi di Dio, di Gesรน, di una Grazia che la circonda.
Eppure noi da una parte vorremmo essere liberati ma poi quando concretamente si presenta lโoccasione facciamo in modo di non assecondare questa liberazione. Se non abbiamo piรน fede per pregare, dovremmo perรฒ cercare di avere fede nellโaccettare di essere esauditi anche oltre le nostre stesse aspettative.
Dobbiamo, cioรจ, non negare lโevidenza dei fatti, volendo difendere a tutti i costi ciรฒ di cui ci siamo convinti. ร decidere se voler credere a Gesรน o alle nostre paranoie. Questa donna crede a Gesรน, e poco importa se tutti gli altri si innervosiscono.
La preghiera piรน bella รจ quella della lode, la preghiera che nasce dallโaver riconosciuto i benefici che il Signore ha operato nella nostra storia nonostante la nostra storia. Ma questa cosa turba sempre quel โcapo della sinagogaโ che ci portiamo dentro.
ร quella parte di noi che censura tutto ciรฒ che รจ semplicemente gratuito, perchรฉ pensiamo di poter comprare tutto. Lโamore vero รจ gratis, non lo si merita.
โ NUOVO COMMENTO DALLA PAGINA FACEBOOK
Diciotto anni non sono pochi, nella nostra societร sono il tempo necessario ad essere considerati adulti. Ma i diciotto anni citati nella pagina del Vangelo di oggi sono legati ai diciotto anni di sofferenza di una povera donna: โC’era lร una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modoโ. Alcune difficoltร che incontriamo nella vita assomigliano a questa malattia: ci imprigionano fino al punto da costringerci a guardare a terra, a perdere lโorizzonte, a non riuscire in nessun modo ad alzare lo sguardo. Non รจ tanto importante domandarsi cosa ci ha ridotti in quel modo, ma รจ importante domandarci se si puรฒ esserne liberati. Infatti la donna di cui si racconta oggi nel Vangelo รจ talmente tanto ripiegata sul suo male che non parla, non si rivolge a Gesรน chiedendo aiuto, รจ semplicemente lรฌ con il suo dolore. […] Continua a leggere qui.
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Autore: don Luigi Maria Epicoco
