Alla storia di Simeone, il Vangelo di oggi aggiunge la storia di Anna. “C’era anche una profetessa, Anna figlia di Fanuele (…).
Era molto avanzata in etร , aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere”. Se Simeone รจ l’icona dell’attesa, Anna รจ l’icona della fedeltร . ร la fedeltร al reale cosรฌ come la vita glielo pone davanti. Non c’รจ vittimismo, depressione, chiusura, rabbia in questa donna. Ha trasformato la tragedia di perdere un marito in giovane etร in servizio.
La sua preghiera non รจ un ripiego o il riempimento di un vuoto, รจ la scelta consapevole di essere comunque feconda e amante nonostante tutto. Anche lei, che forse non aveva figli, si affaccenda come una mamma e una moglie straordinaria, “notte e giorno” ci dice il vangelo. Ma ha sostituito alla santitร delle cose di una famiglia, (‘i digiuni e le preghiere”. Anna รจ l’anti-bigotta. Non รจ l’immagine di quelle fastidiosissime donne che sbiascicano rosari e pettegolezzi e che sono tutte preghiere e fatti degli altri.
No, lei รจ una capace di digiunare. E il digiuno รจ un fatto anche di lingua. Anzi รจ il digiuno che pesa di piรน. A questa donna Gesรน fa il dono di essere visto in fasce: “Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio”. Anna ci mostra cosรฌ che il Natale รจ anche il compimento di vite che sembravano a metร . Di vite che potevano suscitare il dubbio del fato avverso.
Tutti noi delle volte guardando la nostra vita possiamo pensare che ci siano troppi buchi, e troppe storture per dire di avere avuto vite giuste, o vite piene. Ma la pienezza della vita non dipende da ciรฒ che ci accade ma da ciรฒ che incontriamo in quello che ci accade. Anna, nelle sue vicende personali di vedovanza e di sterilitร ha avuto perรฒ la gioia di incontrare Cristo. ร questo incontro che dร significato alla sua vita, non i semplici eventi cosรฌ come le sono accaduti.
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