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don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 28 Aprile 2024

Domenica 28 Aprile 2024
Commento al brano del Vangelo di: Gv 15, 1-8

C’è una differenza profonda tra tagliare e potare. Esternamente i gesti sembrano uguali, ma nella sostanza non lo sono. Tagliare è un’operazione di pulizia, un ramo secco viene tagliato per alleggerirlo da un peso inutile.

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La potatura invece ha un valore di fecondità, si taglia un ramo affinché porti più frutto. Molte volte nella nostra vita subiamo dei tagli, delle sofferenze, dei dolori che ci tranciano nel vivo dei nostri sogni o delle cose che speriamo.

Ma dovremmo benedire quei momenti perché quelle esperienze non scelte ma vissute, tolgono da noi ciò che è secco oppure ci predispongono a portare più frutto. Nessuno di noi può avere la presunzione di valutare la propria vita guardando i tagli.

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Tu capisci il valore di quel taglio da ciò che produce e non dal taglio stesso. Che è un po’ come dire che non puoi pensare di essere amato o meno in base ai problemi che hai, ma in base a ciò che quei problemi producono su di te. Il dolore o ci distrugge o ci fa diventare migliori.


Essere di Cristo non significa essere al sicuro dai tagli, ma essere certi che tutti i tagli che la vita ci riserva sono potature, cioè tagli per la vita e non per la morte. La croce molte volte ci rende più fecondi anche se ci fa male ammetterlo.

Fonte

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Autore: don Luigi Maria Epicoco
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