HomeVangelo del Giornodon Luigi Maria Epicoco - Commento al Vangelo del 24 Novembre 2023

don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 24 Novembre 2023

Si percepisce che ci troviamo verso la fine della storia da come il Vangelo diventa breve e drammatico. Gesù non riesce ad avere nessun atteggiamento politicamente corretto davanti a ciò che è radicalmente sbagliato. E tra le cose più sbagliate c’è proprio l’aver pervertito il tempio in un luogo di commercio.

“Entrato poi nel tempio, cominciò a cacciare i venditori, dicendo: «Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!»”.

Non è la demonizzazione delle cose materiali, ma la confusione che si viene a creare quando a una relazione si sostituisce il commercio delle cose. È come se un uomo che ama una donna smettesse di investire in una relazione e comprendendo le ferite e i vuoti che si vengono a creare per questa mancanza, gli venisse in mente di emendare con una serie infinita di regali.

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Magari ci sono donne a cui questo piace, ma chi cerca l’amore non può mai accontentarsi delle cose. “Io non voglio i tuoi regali, voglio te”. È questo che sta cercando di dire Gesù con un gesto estremo. Dio non vuole le nostre cose, vuole noi.

Non vuole che la nostra preghiera sia uno scambio di favori, ma un incontro tra persone che si amano. Non si può dire di pregare se la mediazione della preghiera è affidata a qualcosa di diverso del cuore. Nella preghiera non esistono meriti, punti paradiso, sensi di colpa, conteggi di peccati; nella preghiera vera esiste il mio cuore che incontra il cuore di Dio.

E poco importa se il nostro cuore non è dei migliori. Non è forse per questo che Lo cerchiamo? Lo cerchiamo non per convincerlo ma per lasciarci guarire, sanare, convertire. Ma questa logica innervosisce chi invece ha costruito tutto sui meriti, i sensi di colpa, gli schemi, i riti, le consuetudini:

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“Ogni giorno insegnava nel tempio. I sommi sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo perire e così anche i notabili del popolo; ma non sapevano come fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue parole”.

Gesù innervosisce e attrae contemporaneamente.

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“Entrato poi nel tempio, cominciò a cacciare i venditori, dicendo: «Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!»”. Mai come in questa scena del Vangelo vediamo Gesù all’opera in maniera così forte. Forse dovrebbe anche un po’ scandalizzarci la scelta di scaraventare fuori dal luogo sacro i mercanti, ma attraverso questo gesto forte Gesù sta tentando di liberare la nostra relazione con Dio. Non si può far commercio con l’amore. Non c’è nessun prezzo, nessuno scambio equo davanti al dono gratuito di chi si offre per la nostra salvezza. Pregare è fare memoria di questo amore, è rendere sempre più evidente che siamo amati in maniera gratuita, senza alcun merito, senza nessuna condizione. La gratuità ci destabilizza, perché non siamo abituati a non meritare le cose. Ma solo se accettiamo questo dono smettiamo di fare ciò che fin dall’inizio fecero Adamo ed Eva, cioè rubare questo dono. […] Continua a leggere qui.


Autore: don Luigi Maria Epicoco
Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Lc 19,45-48
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