don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 22 Agosto 2021 – Gv 6,60-69

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AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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FONTE: Amen – La Parola che salva – ABBONATI A 12 MESI (12 NUMERI) A 34,90€


 «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Se il cristianesimo fosse un mero ragionamento allora sarebbe solo una questione di allenamento. Funziona così con la matematica, con la memoria, con il greco e così via. Ma il cristianesimo non è solo un ragionamento è molto spesso un di più che il ragionamento a volte da solo non riesce a contenere. Questo è il motivo per cui certe cose ci sembrano così dure da capire.

La fede è un’esperienza di tutta la persona e non solo della testa. Un bambino capisce il valore dell’abbraccio della madre solo molto tempo dopo che ne ha fatto esperienza, ma quell’abbraccio era vero anche quando la sua testa non riusciva a codificarlo fino in fondo. Lo capiva per intuito, per cuore, per corpo e poi un giorno anche attraverso la testa, ma mai arriverà a dire che l’abbraccio è solo quello che ha nella sua testa, è molto di più.

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Capita così anche per la fede ma molto spesso ci allontaniamo solo perché immediatamente non teniamo tutto sotto controllo con la nostra testa. Credere significa avere l’umiltà e il realismo di Pietro che interrogato da Gesù insieme agli altri così risponde: “«Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio»”.

Signore non sempre capiamo tutto ma in fondo sappiamo che conviene rimanere. Un giorno capiremo. Ma tutto questo inevitabilmente non semplifica le cose ma le complica. Avviene una sorta di selezione nel seguito di Gesù. L’esame non è fatto di risposte giuste e sbagliate. L’esame è fatto da un’unica domanda che dovrebbe suonare così: “sei disposto a rimanere anche davanti a ciò che non puoi controllare fino in fondo?”.

Si può andare via, oppure si può rimanere alla maniera di Pietro, con l’unica motivazione che in fondo non è una buona idea lasciare ciò che ci ha fatto sperimentare la vita come qualcosa di veramente vivo. Perché la vita eterna non è solo la vita che non finisce, ma la vita viva che tutti cerchiamo.