don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 20 Dicembre 2018

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La pagina dellโ€™annunciazione rimane come un capolavoro che non si smette di ammirare. Anche se si conosce ogni dettaglio del racconto la bellezza che ne traspare non permette mai di abituarsi.

Credo che sia Maria la fonte di questa luce. In lei, infatti, la parola di Dio non trova un ostacolo ma uno specchio, un modo tutto originale di riflettersi, di propagarsi, di espandersi. E tutto ciรฒ accade con tutto quello che di piรน umano ci portiamo appresso: la paura, le domande, lโ€™incertezza.

โ€œElla fu turbata a queste parole, e si domandava che cosa volesse dire un tale salutoโ€. Ma il punto di svolta della sua storia non consiste nel non avere paura o domande, ma nel sapersi fidare di Dio nonostante la propria paura e le proprie domande.

โ€œNon temere, Maria, perchรฉ hai trovato grazia presso Dioโ€, le dice lโ€™angelo, ma avere paura e sentirsi dire di non doverne avere non ti fa passare la paura, ti fa sentire solo non capito.

Credo che questo sia il motivo per cui Maria pronuncerร  la sua gioia piena davanti a Elisabetta e non davanti a Gabriele, perchรฉ con la cugina si sentirร  abbastanza capita da trovare finalmente la chiave di lettura giusta a ciรฒ che le รจ accaduto.

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Ma oggi il Vangelo ci dice solo lโ€™immenso eccomi: โ€œMaria disse: ยซEcco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parolaยปโ€.

รˆ la messa a disposizione piena della sua umanitร  a ciรฒ che di misterioso Dio sta per compiere. Queste parole di Maria sono come la prefigurazione del Padre nostro. Il suo eccomi รจ davvero un โ€œsia fatta la tua volontร โ€, ma non con la cecitร  di chi esegue, ma con la fiducia di chi sa che vedrร  e capirร  con il tempo.

Credo che questo sia il motivo per cui Dio non si accontenta di Maria come una qualunque serva, ma che ne faccia di Lei una madre. E non una madre qualunque, ma la Madre di Dio. Ogni volta che si dice di sรฌ a Dio, qualcosa cambia in noi, ma sempre in meglio.

รˆ il meglio di chi si riconosce come argilla nelle mani di un vasaio e attende da lui la propria forma, il proprio scopo.

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Lc 1, 26-38
Dal Vangelo secondoย Luca

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una cittร  della Galilea, chiamata Nร zaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: ยซRallรฉgrati, piena di grazia: il Signore รจ con teยป.
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: ยซNon temere, Maria, perchรฉ hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesรน. Sarร  grande e verrร  chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darร  il trono di Davide suo padre e regnerร  per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrร  fineยป.
Allora Maria disse all’angelo: ยซCome avverrร  questo, poichรฉ non conosco uomo?ยป. Le rispose l’angelo: ยซLo Spirito Santo scenderร  su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirร  con la sua ombra. Perciรฒ colui che nascerร  sarร  santo e sarร  chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo รจ il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla รจ impossibile a Dioยป.
Allora Maria disse: ยซEcco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parolaยป. E l’angelo si allontanรฒ da lei.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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