AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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Tre cose accadono nel Vangelo di oggi. La prima รจ la consapevolezza che i discepoli hanno di Gesรน a partire da quello che pensa la gente: โยซChi dice la gente che io sia?ยป. Essi risposero: ยซAlcuni, Giovanni il battista; altri, Elia, e altri, uno dei profetiยปโ.
Questo รจ sempre molto importante perchรฉ noi risentiamo tanto di quello che gli altri pensano, di come gli altri vivono, di come si rapportano a ciรฒ che conta. Dovremmo sempre domandarci che cosa pensa la gente di Gesรน. Quella stessa gente che abita la nostra quotidianitร e che forse al giorno dโoggi risponderebbe anche diversamente rispetto a quello che i discepoli riportano a Gesรน.
Se ne abbiamo consapevolezza allora possiamo anche decidere da quale parte stare, se siamo o no dโaccordo con loro. Per questo la seconda tappa del vangelo di oggi รจ questa: โEgli domandรฒ loro: ยซE voi, chi dite che io sia?ยป E Pietro gli rispose: ยซTu sei il Cristoยปโ. Non possiamo accontentarci solo di quello che gli altri pensano.
Dobbiamo domandarci in prima persona che cosa pensiamo noi. Chi รจ Gesรน per me? Solo una brava persona? Un buon personal trainer? Un profeta convincente? No, ha ragione Pietro. Per noi Gesรน รจ molto di piรน. Per noi Egli รจ il Cristo! Ma eccoci nella terza parte del vangelo di oggi.
Gesรน spiega a Pietro ciรฒ che significa dire che Egli รจ il Cristo: โPoi cominciรฒ a insegnare loro che era necessario che il Figlio dellโuomo soffrisse molte cose, fosse respinto dagli anziani, dai capi dei sacerdoti, dagli scribi, e fosse ucciso e dopo tre giorni risuscitasse. Diceva queste cose apertamenteโ.
Essere il Cristo significa essere Colui che darร la vita per ciascuno di noi. La reazione di Pietro e dei discepoli รจ di scandalo. Possono accettare che Gesรน sia il Salvatore.
Un altro commento dopo il video.
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Gesรน ci ama fino al punto di voler fare emergere in noi ciรฒ che di noi ancora non conosciamo. Ma questo non รจ indolore: โSe qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perchรฉ chi vorrร salvare la propria vita, la perderร ; ma chi perderร la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverร โ.
Non รจ un invito a farsi del male, o a entrare in conflitto con noi stessi. ร imparare a rinnegare alcuni pensieri, alcune emozioni, alcune logiche che se non impariamo a saperle tenere a bada, alla fine prendono il posto del nostro vero essere. Infatti quante volte ci capita di identificarci soprattutto con ciรฒ che abbiamo, o con ciรฒ che ci procura piacere? โChe giova infatti allโuomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima?โ.
Eppure passiamo la nostra vita tentando di conquistare il mondo, una posizione sociale, una sicurezza materiale ma anche se otteniamo tutte queste cose ci accorgiamo che manca qualcosa, manca lโessenziale. Infatti lโessenziale non ce lo dร il mondo. Lโessenziale non ha mai a che fare con il verbo avere ma con il verbo essere. Gesรน non ci promette le cose, ma ci promette noi stessi. Amarlo, seguirlo, prenderlo sul serio non farร di noi delle persone necessariamente vincenti secondo la logica del mondo, ma delle persone felici. E penso che felice sia meglio di vincente.
Eppure noi continuiamo ad inseguire vittorie piรน che felicitร .



