don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 15 Ottobre 2023

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Gesรน nel Vangelo di oggi paragona il regno dei cieli a una festa di nozze. Il cielo non รจ un dovere da compiere ma una gioia da godersi. E come tutti i matrimoni, questa gioia รจ preparata, attesa, programmata fin nellโ€™ultimo dettaglio. A volte quando preparo la gente per il matrimonio, raccomando sempre di non esagerare troppo con lโ€™ansia dei preparativi perchรฉ il voler dare il massimo si puรฒ trasformare anche in un godersi per nulla quella giornata.

Ma รจ encomiabile lo sforzo titanico che si fa affinchรฉ sia davvero un giorno speciale. Gesรน paragona Dio a chi fin dallโ€™eternitร  ha programmato il cielo affinchรฉ sia una gioia in ogni dettaglio per coloro che vi parteciperanno. Ma poi arriva il momento di aprire questa festa. Gesรน รจ lโ€™invito alle nozze che il Padre ci ha mandato, ma ascoltate come reagiamo noi a questo invito:

โ€œMa quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li ucciseroโ€.

Mi sembra di sentire le scuse piรน diffuse tra la gente: โ€œPadre non vengo a messa la domenica perchรฉ รจ lโ€™unico giorno che non lavoro e mi voglio riposareโ€. Oppure โ€œPadre il lavoro รจ importanteโ€; โ€œnon posso perdere tempo, il Signore capirร โ€.

Rimane un piccolo dettaglio: Dio muore dalla voglia di incontrarci e noi preferiamo altro. Fosse anche una cosa lecita ma pur sempre altro. Preferiamo la pancia piena alla felicitร . Preferiamo le nostre prioritร  a ciรฒ che invece sono le vere prioritร . Ma il vero cortocircuito sta fondamentalmente in due cose: pensare che la fede sia un dovere, e pensare che la fede sia un piacere.

La fede se fosse un dovere faremmo bene a sbarazzarcene, infatti ne abbiamo fin troppi di doveri. Essa invece รจ una scelta, non un dovere. รˆ la scelta di chi si lascia amare, e comprende che non puรฒ esistere amore per forza. Allo stesso tempo la fede non รจ un piacere, cioรจ non รจ una cosa sentimentale.

La fede รจ gioia, non emozione. E la gioia lungi dallโ€™essere unโ€™emozione, per noi cristiani รจ un fatto.

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Chissร  se lโ€™idea di pensare la vita come una festa troverebbe davvero tutti dโ€™accordo. Ma รจ lโ€™immagine che Gesรน usa per spiegarci le intenzioni di Dio su ciascuno di noi nel Vangelo della XXVIII domenica del tempo ordinario. Cโ€™รจ un re che ama suo figlio e gli prepara una festa di nozze indimenticabile. Cโ€™รจ tanta gioia in questa casa e tanto desiderio di condividerla con gli altri. Gli invitati sono i destinatari di questa condivisione, ma a quanto pare la loro risposta non รจ la gratitudine ma bensรฌ lโ€™indifferenza: โ€œMa quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li ucciseroโ€. Non รจ difficile capire la metafora che Gesรน usa per spiegarci Dio: in Lui cโ€™รจ una gioia infinita, ma questa gioia non รจ prigioniera di un autosufficienza che fa dire a Dio โ€œsono felice io e degli altri non mi interessaโ€. La sua gioia รจ una gioia relazionale non una gioia autoreferenziale. […] Continua a leggere qui.


Autore: don Luigi Maria Epicoco
Commento al brano del Vangelo di: โœ Mt 22,1-14
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