Gesรน nel Vangelo di oggi paragona il regno dei cieli a una festa di nozze. Il cielo non รจ un dovere da compiere ma una gioia da godersi. E come tutti i matrimoni, questa gioia รจ preparata, attesa, programmata fin nellโultimo dettaglio. A volte quando preparo la gente per il matrimonio, raccomando sempre di non esagerare troppo con lโansia dei preparativi perchรฉ il voler dare il massimo si puรฒ trasformare anche in un godersi per nulla quella giornata.
Ma รจ encomiabile lo sforzo titanico che si fa affinchรฉ sia davvero un giorno speciale. Gesรน paragona Dio a chi fin dallโeternitร ha programmato il cielo affinchรฉ sia una gioia in ogni dettaglio per coloro che vi parteciperanno. Ma poi arriva il momento di aprire questa festa. Gesรน รจ lโinvito alle nozze che il Padre ci ha mandato, ma ascoltate come reagiamo noi a questo invito:
โMa quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li ucciseroโ.
Mi sembra di sentire le scuse piรน diffuse tra la gente: โPadre non vengo a messa la domenica perchรฉ รจ lโunico giorno che non lavoro e mi voglio riposareโ. Oppure โPadre il lavoro รจ importanteโ; โnon posso perdere tempo, il Signore capirร โ.
Rimane un piccolo dettaglio: Dio muore dalla voglia di incontrarci e noi preferiamo altro. Fosse anche una cosa lecita ma pur sempre altro. Preferiamo la pancia piena alla felicitร . Preferiamo le nostre prioritร a ciรฒ che invece sono le vere prioritร . Ma il vero cortocircuito sta fondamentalmente in due cose: pensare che la fede sia un dovere, e pensare che la fede sia un piacere.
La fede se fosse un dovere faremmo bene a sbarazzarcene, infatti ne abbiamo fin troppi di doveri. Essa invece รจ una scelta, non un dovere. ร la scelta di chi si lascia amare, e comprende che non puรฒ esistere amore per forza. Allo stesso tempo la fede non รจ un piacere, cioรจ non รจ una cosa sentimentale.
La fede รจ gioia, non emozione. E la gioia lungi dallโessere unโemozione, per noi cristiani รจ un fatto.
โ NUOVO COMMENTO DALLA PAGINA FACEBOOK
Chissร se lโidea di pensare la vita come una festa troverebbe davvero tutti dโaccordo. Ma รจ lโimmagine che Gesรน usa per spiegarci le intenzioni di Dio su ciascuno di noi nel Vangelo della XXVIII domenica del tempo ordinario. Cโรจ un re che ama suo figlio e gli prepara una festa di nozze indimenticabile. Cโรจ tanta gioia in questa casa e tanto desiderio di condividerla con gli altri. Gli invitati sono i destinatari di questa condivisione, ma a quanto pare la loro risposta non รจ la gratitudine ma bensรฌ lโindifferenza: โMa quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li ucciseroโ. Non รจ difficile capire la metafora che Gesรน usa per spiegarci Dio: in Lui cโรจ una gioia infinita, ma questa gioia non รจ prigioniera di un autosufficienza che fa dire a Dio โsono felice io e degli altri non mi interessaโ. La sua gioia รจ una gioia relazionale non una gioia autoreferenziale. […] Continua a leggere qui.
Autore: don Luigi Maria Epicoco