Proseguendo il percorso della quaresima, giungiamo alla seconda tappa domenicale di questo ciclo A, con la sua forte connotazione battesimale. Dopo aver meditato sul Vangelo delle tentazioni domenica scorsa, attraverso il quale siamo stati invitati a riflettere sullโidentitร del Figlio di Dio e sulla nostra dignitร di figli nel Figlio, per incamminarci seriamente nella sua sequela, oggi viene offerto alla nostra contemplazione lโepisodio della trasfigurazione di Gesรน.
Chiamati ad entrare nella battaglia spirituale di adesione quotidiana a Cristo e rinuncia al male e al peccato, in una strada veramente in salita, รจ come se per un momento venisse aperto per noi un sipario sulla meta pasquale, donandoci unโanticipazione della luce della Risurrezione. Nellโeconomia del Vangelo di Matteo, la trasfigurazione รจ la seconda delle tre grandi rivelazioni che Gesรน fa del mistero che si nasconde sotto la sua povera umanitร .
La prima di queste rivelazioni accade allโinizio del suo ministero pubblico, nel battesimo del Giordano, dove la voce del Padre proclama: โquesti รจ il Figlio mio prediletto in cui mi sono compiaciutoโ (Mt 3,17). La terza, invece, รจ quella che avviene sotto la croce, quando il centurione, vedendo spirare il Salvatore, annuncia: โDavvero costui era Figlio di Dioโ (Mt 27,54).
Nel mezzo del suo cammino terreno, rendendone partecipi Pietro, Giovanni e Giacomo, Gesรน per un momento squarcia il velo della sua umanitร per rivelare il mistero divino che cโรจ in Lui. Il suo volto e le sue vesti diventano raggianti e ciรฒ avviene nel dialogo con Mosรจ ed Elia, la Legge e i Profeti, i pilastri delle Scritture. Lโepisodio della trasfigurazione, incastonato nel cuore della quaresima, tempo di faticosa conversione e di salita verso la meta pasquale, viene a regalarci un attimo di sollievo e ci ricorda sempre di nuovo che nella fatica del nostro quotidiano, fatto di ombre, di sfide e a volte anche di sconfitte, il volto di Cristo, ย vero Dio e vero uomo, risplende per noi sempre di nuovo, quando attraverso le Scritture lette e meditate lo Spirito Santo ci permette di riconoscere la sua divina presenza.
ร questa, come per i tre discepoli, la nostra esperienza della trasfigurazione. Questi momenti di luce, di consolazione e di gioia nella nostra vita spirituale, sono delle continue โpacche sulle spalleโ, che il Signore ci regala per poter proseguire il cammino con fermezza ed entusiasmo. Come Pietro, anche noi, questi momenti di luce vorremmo bloccarli per sempre come in una cattura-schermo, per dimenticare tutto il resto.
Nello stupendo messaggio per questa quaresima 2023, proprio commentando lโepisodio della trasfigurazione, il Papa invita a โnon rifugiarsi in una religiositร fatta di eventi straordinari, di esperienze suggestive, per paura di affrontare la realtร con le sue fatiche quotidiane, le sue durezze e le sue contraddizioni. La luce che Gesรน mostra ai discepoli รจ un anticipo della gloria pasquale, e verso quella bisogna andare, seguendo Lui soloโ (Messaggio quaresima 2023). E Lui possiamo seguirlo in un solo modo, mentre siamo in questo mondo, vale a dire vivendo seriamente lโinvito della voce del Padre: โQuesti รจ il Figlio mio, lโamato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltateloโ (Mt 17,5). Mentre camminiamo sulle strade del mondo, infatti, nella provvisorietร della nostra vita terrena, รจ solo lโascolto di Cristo, della sua Parola e la ricerca sincera della sua volontร , da cui scaturisce la purezza della fede, lโunica strada possibile per raggiungere la definitivitร della gloria, frutto maturo della sua croce e della sua risurrezione.
Facciamo nostre, dunque, e parole di Pietro, uno dei testimoni di questo evento straordinario della trasfigurazione, che nella sua Lettera ci esorta cosรฌ: โQuesta voce noi lโabbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte.ย E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere lโattenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finchรฉ non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattinoโ (2Pt 1,18-19).



