Tra il deserto e il Giordano
La pagina del Vangelo di questa domenica ci presenta lโirruzione della gloria, in un movimento che dal cielo tocca la terra. Lโevangelista Luca aprendo il capitolo 3 del suo Vangelo, da cui รจ tratto il brano, introduce gli eventi che vuole narrare con una cornice di carattere storico: essi avvengono in un tempo ben preciso e ben definito: sotto lโimperatore Tiberio, sotto uno specifico governatore romano, sotto uomini concreti che governavano quelle terre e sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa.
Luca, sempre affascinato dalla storia, vuole darci un messaggio chiaro: i fatti di Dio non sono miti astorici e atemporali, ma accadono costantemente nella storia concreta e attuale della vita degli uomini. Anche noi, oggi, accogliendo questa Parola, siamo invitati a riflettere sulla storicitร della nostra fede: il mio rapporto con Dio, il mio essere credente, ha unโincidenza concreta e reale nella mia vita quotidiana? La mia storia personale e la mia appartenenza sociale sono toccati dallโirruzione di Dio e dalla sua presenza?
Dopo aver ben descritto la cornice, il pittore San Luca entra nella descrizione dei fatti teologici: la Parola di Dio scende su Giovanni il Battista. ร interessante come la prospettiva di Dio sia totalmente differente: ad uno sguardo umano, si ritiene che la storia sia fatta dai potenti; allo sguardo evangelico, invece, la storia umana รจ solo lo sfondo, perchรจ la Parola ne รจ la vera protagonista. La Parola con la quale Dio ha creato il mondo, con la quale ha fatto passare le cose dallโessere al non essere, ora torna ad incrociarsi con la storia degli uomini attraverso il profeta, il porta-parola per eccellenza, che deve diffonderla.
Essa non arriva in un luogo a caso, ma scende mentre Giovanni, figlio di Zaccaria, si trova nel deserto. Il luogo del silenzio, dellโascolto, del caldo e del freddo, del vuoto, della fame e della sete, del bisogno. Il deserto rappresenta in qualche modo la cassa di risonanza, dove tutto viene amplificato: il caldo รจ piรน caldo, il freddo รจ piรน freddo, la sete, la fame e la stanchezza si avvertono di piรน.
ร il luogo dellโessenzialitร , dove si comprende effettivamente cosa รจ necessario e cosa รจ secondario. Con questa prospettiva possiamo comprendere quanto sia importante anche per noi lโesperienza del deserto. Il tempo di Avvento ci offre la possibilitร di sperimentarlo, nei nostri momenti di silenzio, di ascolto della Parola, di preghiera, di digiuno, di caritร .
Abbiamo veramente il desiderio di capire cosa nella nostra vita sia essenziale e cosa sia secondario e superfluo? Quando questo discernimento si realizza in noi lasciamo a Dio lo spazio necessario per agire e trasformarci. A volte nel nostro vivere quotidiano sembriamo essere vittime di un tempo e di ritmi che non ci appartengono, distratti e alienati, scambiando il superfluo per lโessenziale e lโessenziale per il superfluo. La preghiera, il contatto con la Parola di Dio e la vigilanza su noi stessi, ponendoci in un vero cammino di conversione, possono aiutarci a riprendere il giusto cammino.
Dopo aver ricevuto il dono della Parola nel deserto, il luogo teologico dellโincontro con Dio, Giovanni si dirige verso il Giordano. Esso รจ il luogo dellโincontro con gli altri, dove il Battista รจ chiamato a condividere il messaggio con i suoi fratelli. Come Giovanni, anche noi, dopo lโesperienza dellโincontro con la Parola siamo invitati a condividerla e spezzarla con i nostri fratelli, nella rete dei nostri impegni e incontri quotidiani. Anche noi, in virtรน del battesimo, siamo profeti, chiamati ad annunciare il ritorno di Dio in un mondo che se lโรจ dimenticato, ad aprire strade nuove, preparando lโincontro dei nostri fratelli con Lui.
Vivere il Vangelo con serietร trasforma, risana, raddrizza le vie degli uomini, che spesso sono tortuose, inconsistenti e piene di orgoglio. La forza trasformante della testimonianza evangelica diviene la via perchรฉ il Signore torni a regnare su di noi e sul mondo, facendosi conoscere. Tutta lโumanitร รจ chiamata a questo, nessuno escluso. Chi รจ nella Chiesa ed ha ricevuto il privilegio della vita nuova in Cristo, ha una grave responsabilitร nei confronti degli altri che non hanno ancora conosciuto il Signore.
Ogni dono, infatti, non รจ mai solo un elemento finalizzato allโautorealizzazione, ma porta con sรฉ anche una responsabilitร : quella di diffondere il buon profumo di Cristo nel mondo. Chiediamoci, allora, in questa seconda domenica di Avvento: dove si trova il mio deserto, ossia il vero luogo del mio incontro con Dio, lo spazio dellโaccoglienza della Parola in me, il tempo favorevole nel quale discernere nella mia vita ciรฒ che รจ veramente essenziale?
Dove รจ il mio Giordano, il luogo della trasformazione della storia, lo spazio in cui Dio mi chiama a condividere il dono ricevuto e a far in modo che gli altri ne possano prendere parte? Maria, la Regina dellโAvvento, ci insegni ad accogliere sempre di nuovo il dono della Parola in noi nel deserto e a riscoprire il nostro Giordano, dove metterci senza indugio a servizio dei nostri fratelli, per condividere con loro la gioia del dono.



