La liturgia della domenica ci consegna oggi altre tre brevi parabole del capitolo 13 di Matteo. La prima descrive lโimmagine del tesoro nascosto in un campo. Il regno di Dio, cioรจ, รจ qualcosa di prezioso, di abbondante e di nascosto. Per poter beneficiare della sua ricchezza e abbondanza, bisogna cercare bene e prendere le giuste decisioni. Una volta trovato si deve fare attenzione a non perderlo.
Per questo chi lo trova, lo nasconde di nuovo, volendo essere sicuro che nessuno glielo sottragga! Niente, come quel tesoro, puรฒ donare una gioia piรน vera. Niente di ciรฒ che รจ umano vale la gioia di possedere quel tesoro, per questo soltanto chi รจ disposto a dare via tutto, per questo Tutto, puรฒ veramente trarne giovamento. La seconda parabola ci dona unโaltra immagine complementare alla prima. Il regno di Dio รจ sempre frutto di ricerca, richiede lo sforzo di chi โ come un mercante di perle โ sa cercare con pazienza e costanza finchรฉ il suo sguardo non รจ colpito da una perla di grande valore, che nella confusione di un bazar, in mezzo a tante altre perle, non รจ sufficientemente stimata e apprezzata. Il suo occhio acuto lo porta a riconoscerla, a investire tutto ciรฒ che ha, per poter fare lโacquisto decisivo della sua vita.
Il regno di Dio, in altre parole, richiede uno sguardo fine e acuto, di chi sa riconoscere la vera bellezza di Dio in mezzo al luccichio fuorviante della mondanitร . Metaforicamente potremmo dire che nel mondo ci sono tante cose che brillano, ma solo il regno di Dio luccica davvero! Lโinvito รจ quello di non lasciarsi attrarre dalle cose illusorie di questo mondo, ma di saper investire sulla vera bellezza, quella di Dio e del suo amore infinito, che spesso rimane nascosta ai piรน. La terza parabola, poi, ci porta nel mondo dei pescatori. Era tipico dei pescatori di Galilea raccogliere tutto il pesce che potevano nella rete e a fine giornata dividere i pesci buoni dai pesci cattivi. Il criterio di questa cernita era dato dalla legge levitica: gli ebrei potevano mangiare soltanto i pesci puri, quelli con pinne e squame (cfr. Lv 11, 9-10).
Le creature acquatiche che non avevano queste caratteristiche non potevano giungere sulla tavola degli israeliti. Gesรน presenta un messaggio omologo a quello di domenica scorsa sul grano e la zizzania che crescono insieme fino alla mietitura. Anche i pesci buoni e cattivi, infatti, devono convivere nella medesima rete fino alla fine dei tempi, quando avverrร la distinzione definitiva. ร il mistero della storia, della Chiesa e dellโanimo umano: vi convivono il bene e il male, fino al momento finale del giudizio. Dio perรฒ ci rende consapevoli giร in anticipo di quale sarร la sorte del bene e del male. Finchรฉ siamo in cammino, abbiamo sempre tempo di porvi rimedio.
Infine, dopo aver chiesto ai discepoli se avevano compreso, Gesรน consegna lโimmagine finale dello scriba che, divenuto discepolo del regno, sa estrarre dal suo tesoro cose nuove e cose antiche. Gli studiosi dicono che รจ una sorta di riferimento autobiografico di Matteo: pubblicano ben istruito nella religione giudaica (come uno scriba), che dopo aver incontrato Gesรน, impara a discernere nella sua vita ciรฒ che รจ bene da ciรฒ che รจ male. Quale grazia piรน grande ci sarebbe da chiedere a Dio se non quella di avere questa saggezza?
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- Fonte
- Immagine da Eco di Basilicata
