Il segno del pane
A partire da questa domenica, per alcune settimane, la lettura cursiva del Vangelo di Marco si interrompe per lasciare spazio allโascolto e alla riflessione sul capitolo 6 del Vangelo di San Giovanni. Dal segno della moltiplicazione dei pani e dei pesci operato da Gesรน si sviluppa la rivelazione del Figlio di Dio come vero pane di vita, che ci accompagnerร nelle prossime domeniche. Lโimmagine della folla che segue Gesรน ci riporta idealmente alle riflessioni di domenica scorsa sulla compassione che Gesรน sentiva per la gente, che era come un gregge di pecore senza pastore.
San Giovanni in apertura del brano che abbiamo ascoltato dice che la folla lo seguiva perchรฉ vedeva i segni sugli infermi. Forse la motivazione con cui cercavano Gesรน non era del tutto pura, perchรฉ dovuta a bisogni da soddisfare, ma non per questo il Maestro si tira indietro dallโandare incontro alle loro necessitร con amore. Forse tante volte anche noi ci avviciniamo al Signore solo nel momento del bisogno, invece di cercarlo costantemente e di coltivare unโamicizia stabile con lui.
Nonostante ciรฒ, anche quel modo maldestro di accostarsi a Lui, puรฒ diventare lโoccasione di un incontro che ci trasforma. Un altro dettaglio risalta: era vicina la Pasqua. Il segno che Gesรน sta per compiere รจ legato al dono che Gesรน farร di sรฉ stesso nel mistero pasquale. Con lโofferta della sua vita, questo segno del Pane troverร il suo contenuto piรน vero: Gesรน non dona qualcosa di sรฉ, ma sรฉ stesso. Guardando la folla, Gesรน coinvolge i discepoli: vuole che Filippo, il suo discepolo, avverta proprio come Lui la compassione per quella marea di umanitร . Lo sguardo di Filippo, perรฒ, รจ troppo terreno: si sofferma sui numeri, i calcoli e le percentuali.
Quello che hanno non sarรฒ mai matematicamente sufficiente per sfamare lโintera folla. Andrea, intercettando con lo sguardo cinque pani e due pesci nelle mani di un ragazzo della folla, ne sottolinea immediatamente la penuria per tutti. A questo punto, Gesรน invita a la folla a sedere, come un Maestro che insegna ai suoi discepoli e come il servo che si mette ad amministrare la razione di cibo ai commensali del suo padrone. Il buon pastore nutre il suo popolo: โIl Signore รจ il mio pastore, non manco di nulla, su pascoli erbosi mi fa riposareโ (Sal 22, 1-2).
Proprio su quel prato verde, Gesรน nutre i cinquemila presenti in abbondanza, prendendo i pani e i pesci e dandoli a tutti, quanto ne volessero. Giovanni, con il suo stile profondo, utilizza gli stessi verbi dellโEucaristia: prendere e dare. Il Vangelo di Giovanni non presenta esplicitamente la narrazione dellโistituzione dellโEucaristia nellโultima cena, che รจ invece sostituita dalla lavanda dei piedi. Questo รจ il segno che rivela pienamente il suo farsi cibo per lโumanitร .
Il suo donare e il suo donarsi non solo soddisfano la fame materiale e spirituale dellโumanitร , ma sono cosรฌ abbondanti da sovrastare di gran lunga queste necessitร : รจ questo il significato delle ceste avanzate. Il Signore non solo viene incontro ai bisogni dellโumanitร , ma dร sempre molto di piรน di quanto possiamo desiderare e sperare. La grazia di Dio, la sua Parola e la sua Eucaristia sono come una fonte inesauribile che pur nutrendo con abbondanza lโumanitร , rimane fresca e arricchente per tutti.



