Don Luciano Labanca – Commento al Vangelo del 19 ottobre 2025

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Nel Vangelo di questa domenica, Gesรน racconta una parabola sulla necessitร  di pregare sempre. รˆ una delle poche volte in cui lโ€™evangelista anticipa esplicitamente il significato della parabola, come se volesse farci capire che non si tratta di un semplice racconto morale, ma di una lezione di vita spirituale, qualcosa che tocca la sostanza del nostro rapporto con Dio.

La scena รจ essenziale, quasi scarna: da un lato una vedova, sola, vulnerabile e senza difesa, dallโ€™altro un giudice ingiusto e cinico, descritto come un โ€œsenza Dioโ€ e senza rispetto umano. Due figure agli antipodi: la debolezza della vedova e il potere del giudice, lโ€™impotenza della povertร  e lโ€™indifferenza di chi conta. Ed รจ esattamente attraverso questa sproporzione che Gesรน svela il mistero della preghiera.

La vedova รจ lโ€™immagine di chi non ha piรน nulla su cui contare umanamente, se non la fiducia. Non possiede mezzi, non ha protezioni nรฉ garanzie. La sua unica forza รจ lโ€™insistenza, la sua fede ostinata che non si arrende davanti al silenzio. รˆ una donna audace: continua a bussare, continua a chiedere, continua a credere che da qualche parte, anche in un cuore duro, possa ancora scaturire un atto di giustizia.

Il giudice, invece, รจ la figura della chiusura: un cuore indifferente, impermeabile alla voce di Dio e al dolore dellโ€™uomo. Eppure, alla fine, egli cede, non perchรฉ mosso da alcuna bontร  o misericordia, ma solo per egoismo, per evitare che la vedova lo importuni e lo stanchi ancora. รˆ un paradosso: la perseveranza del debole smuove perfino lโ€™indifferenza del potente.

Gesรน usa volutamente questo contrasto per portarci a una conclusione sorprendente, con una domanda aperta: โ€œE Dio non farร  forse giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui?โ€ (Lc 18,7). Se persino un giudice corrotto finisce per ascoltare una voce insistente, quanto piรน il Padre, che รจ buono e giusto, ascolterร  i suoi figli che lo invocano nella fede.

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Gesรน, tuttavia, non promette una risposta immediata: la giustizia di Dio non รจ un atto magico che risolve un problema, bensรฌ unโ€™opera lenta, un processo profondo e trasformante. Dio non รจ un โ€œdistributore automatico di grazieโ€, quindi non solo esaudisce la preghiera, ma la purifica, la educa e la trasfigura nel suo stesso amore.

Santโ€™Agostino, nella Lettera a Proba, spiega cosรฌ il senso della preghiera perseverante: โ€œDio conosce ciรฒ che ci รจ necessario prima che glielo chiediamo; ma desidera che nelle preghiere si eserciti il nostro desiderio, perchรฉ diventiamo capaci di ricevere ciรฒ che Egli prepara di donarciโ€ (Lettera 130, 8,17).

La preghiera, dunque, non cambia Dio, non modifica la sua volontร , ma piuttosto trasforma noi. รˆ un cammino di fede che dilata il cuore e lo rende capace di accogliere il dono. Quando Dio sembra tacere, non รจ assente, ma ci sta formando. Il suo silenzio, che non รจ mai indifferenza, รจ lo spazio in cui la nostra fiducia matura, si purifica dalle pretese e diventa abbandono.

Alla fine, il Vangelo si chiude con una domanda che ci trafigge: โ€œMa il Figlio dellโ€™uomo, quando verrร , troverร  la fede sulla terra?โ€ (Lc 18,8). Non si tratta piรน di chiederci se Dio ascolta le nostre preghiere, ma se noi continuiamo a credere alle sue promesse.

La vera sfida della preghiera รจ la fedeltร  nel tempo, la capacitร  di restare in piedi, come la vedova, anche quando nulla sembra accadere. Pregare sempre significa credere che Dio opera anche quando non vediamo, che la sua giustizia non ritarda, ma matura in segreto.

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โ€œChi prega, si salva; chi non prega, si dannaโ€, diceva santโ€™Alfonso Maria deโ€™ Liguori. La preghiera รจ il respiro della fede, รจ la scuola della speranza e della perseveranza. Quando smettiamo di pregare, smettiamo di respirare la vera vita di Dio.

Essere cristiani vuol dire perseverare nella preghiera, senza arrendersi alla stanchezza e alla tentazione del โ€œtutto e subitoโ€. รˆ credere che, dietro ogni silenzio, si nasconde un Dio che prepara la sua risposta, e che quella risposta โ€” anche quando non la comprendiamo โ€” ha sempre in sรฉ una ragione che ci supera nel bene!

Per gentile concessione di don Luciano Labanca, dal suo sito.

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