Don Luciano Labanca – Commento al Vangelo del 12 Marzo 2023

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La pagina evangelica di questa domenica ci invita a contemplare l’incontro di Gesù con la samaritana, che è figura anche del nostro incontro personale con il Signore, alla base della nostra fede. Gesù entra in dialogo con questa donna samaritana chiedendole dell’acqua, l’elemento più prezioso per la vita. Partendo dal livello di un bisogno materiale, il Maestro vuole che la donna cammini con Lui in un approfondimento della fede che la trasformi nell’intimo, portando fuori il vero bisogno che c’è in lei, la vera sete di vita, che solo Lui può estinguere. Gesù entra in dialogo con questa donna, samaritana e persino convivente.

Qualcosa che per gli standard socio-religiosi dell’epoca era assolutamente sconveniente, specie per un Maestro. Egli, però, non si lascia condizionare dai pregiudizi, rompe gli schemi e dialoga con lei, la accoglie senza limitazioni. La sympateia di Gesù verso di lei viene prima ancora della sua conversione. Ella si sente accolta, importante, viene coinvolta in un cammino. Nel chiederle acqua Gesù manifesta il modo tipico di agire di Dio: quando Egli chiede qualcosa alla sua creatura, essa riceve sempre infinitamente di più di quanto le è chiesto di dare. Così accade anche in ogni esperienza vocazionale.

Il cammino che Gesù apre alla donna, attraverso la lettura della sua vita, anche delle pagine più contraddittorie e ombrose, la inducono alla domanda più profonda: come si può incontrare Dio? Il tempo delle figure è passato, è tempo di adorare Dio in spirito e verità, ossia nella verità dell’incontro personale con il Padre, che Gesù – il Messia che le sta di fronte – è venuto a rivelare nel mondo nel Gesù storico, capace di inserire tutti in quella comunione che Egli ha con il Padre e che dona a tutti i credenti.

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Dopo questo dialogo un particolare richiama la nostra attenzione: la donna abbandona la sua brocca al pozzo. Questo elemento è molto di più di un assenso fatto di parole, ma è il segno che, quanto le interessava prima, ora non le interessa più. Ella, dopo l’incontro con il Maestro, cambia l’ordine delle sue priorità e non può trattenere per sé la gioia dell’incontro, deve condividerla; per questo scappa a dare l’annuncio al suo villaggio.

La sua testimonianza è forte e discreta, non si impone, ma suscita domande: ella pone l’interrogativo della fede e suscita il desiderio dell’incontro, relativizza la propria persona e lascia tutto lo spazio al Signore. Il frutto della sua missione è evidente: la sua gente viene stimolata dalla sua testimonianza, ma poi va oltre, per far posto all’esperienza personale: “Non è per la tua parola che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo veduto e sappiamo” (Gv 4,42).

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