Don Luciano Labanca – Commento al Vangelo del 11 Aprile 2021

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La pace e la gioia del Risorto

La comunitร  dei discepoli, la sera della domenica di Pasqua, viene descritta dallโ€™evangelista Giovanni come chiusa e paralizzata dalla paura. Sono barricati nel cenacolo per timore dei giudei. Gesรน Risorto e vivente irrompe inaspettatamente in mezzo a loro, con il suo corpo glorioso che non ha piรน alcuna limitazione spazio-temporale. Egli, il Principe della pace, reca il dono messianico della vera pace, avendo ormai pienamente realizzato la sua opera di salvezza. Secondo il linguaggio dei profeti, infatti, la pace era lโ€™insieme di tutti i doni del Messia atteso. La sua opera รจ compiuta, la vera pace puรฒ raggiungere ormai la Chiesa e il mondo. Per rivelare pienamente la sua identitร , Gesรน mostra le mani e il fianco che portano le ferite gloriose. Non cโ€™รจ alcun dubbio, il Crocifisso, proprio Lui, รจ risorto! La presenza di Gesรน in mezzo ai suoi trasforma il timore nella gioia piรน autentica. Il verbo usato per indicare la gioia dei discepoli รจ lo stesso che troviamo nel saluto dellโ€™angelo a Maria, quando le reca lโ€™annuncio della nascita del Figlio di Dio (cfr. Lc 1, 28).

รˆ lo stesso utilizzato anche per descrivere lโ€™esperienza dei Magi che dopo lunga ricerca vedono di un nuovo la stella luminosa sulla casa del Bambino Gesรน (Cfr. Mtย  2, 10). รˆ la vera gioia che il mondo non puรฒ dare, ma che solo Cristo puรฒ concedere allโ€™umanitร , quando rimane in Lui: โ€œVi ho detto queste cose perchรฉ la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia pienaโ€ (Gv 15, 11). Lโ€™incontro con Gesรน, insieme alla gioia, reca ai discepoli lโ€™annuncio della loro missione. Egli รจ lโ€™Inviato del Padre e come Lui anche i suoi, attraverso il dono dello Spirito Santo, sono mandati a diffondere la gioia e la pace di Gesรน, con lโ€™autoritร  del perdono. Essi sono chiamati a continuare lโ€™opera della nuova creazione della Misericordia, che trasforma i cuori degli uomini, facendoli risorgere dalla morte del peccato alla vita della grazia, quando la loro libertร  accetta questa offerta gratuita.

La vicenda di Tommaso descritta nella seconda parte del brano di questa domenica illumina la dinamica del nostro incontro personale con il Risorto. Come per Didimo, il cui soprannome significa โ€œgemelloโ€, quasi ad indicarne un gemello di ciascuno di noi, la fede nel Risorto non รจ sempre qualcosa di scontato, se non avviene un incontro personale con Lui, permettendo di realizzare il passaggio dallโ€™incredulitร  alla fede. Sentir parlare di Gesรน, conoscerlo per sentito dire, infatti, non รจ la stessa cosa che incontrarlo. Sembra di rivedere la dinamica della fede di Giobbe, che matura attraverso il crogiuolo della prova: โ€œIo ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti vedonoโ€ (Gb 42, 5).

La ricerca sincera e forse un poโ€™ goffa di Tommaso, perรฒ, giunge alla pace quando lui stesso diviene oggetto di questa Misericordia del Risorto, che decide di manifestarsi personalmente anche a lui nella Chiesa. La professione di fede dellโ€™Apostolo che riconosce il Risorto come suo Signore e suo Dio, frutto maturo di questa ricerca coronata dallโ€™incontro, lo rende veramente beato! La stessa felicitร  รจ promessa a chi, come noi, pur non vedendo fisicamente il Cristo con gli occhi di carne, lo crederร  Risorto e vivente nei secoli a venire.


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