LโAscensione del Signore al cielo, cosรฌ come la racconta Luca, รจ il compimento silenzioso e glorioso della missione terrena di Gesรน. ร come un ponte tra Pasqua e Pentecoste: tra il dono della salvezza e la sua comunicazione universale, tra la gloria del Risorto e lโinizio della missione della Chiesa.
Il verbo stesso, โascendereโ, suggerisce un movimento verso lโalto, ma quello che avviene in realtร รจ molto di piรน di un gesto fisico: รจ il compimento del grande abbassamento iniziato con lโIncarnazione. Colui che era disceso fino a condividere la nostra carne, la nostra storia, la nostra morte, ora รจ elevato nella gloria, portando con sรฉ lโumanitร redenta.
In questo movimento, la nostra umanitร รจ trasfigurata, glorificata, inserita per sempre nel cuore stesso della Trinitร . Qui nasce la speranza cristiana: il nostro destino รจ lโeternitร , dove si vive la vera comunione nellโabbraccio eterno del Padre.
I Padri della Chiesa ci insegnano: โDio si รจ fatto uomo, perchรฉ lโuomo si facesse Dioโ. LโAscensione รจ il sigillo di questa promessa: Cristo, mediane il suo mistero Pasquale, compimento dellโIncarnazione, attraverso la sua umanitร glorificata, ci ha introdotto nel cielo.
Un dettaglio del Vangelo di Luca illumina tutto il mistero: Gesรน si separa dai suoi discepoli benedicendoli. ร la sua ultima azione visibile. Il Figlio che benedice, che โdice beneโ, lascia su di loro โ e quindi su ciascuno di noi โ il favore permanente del Padre.
- Pubblicitร -
ร una scena semplice, un gesto di cura, un distacco che non spezza, ma inaugura una presenza nuova. Gesรน non si allontana, ma si fa presente in loro, come loro sono presenti in Lui, come i tralci nella vite (cfr. Gv 15,1-8).
I discepoli, di fronte a questo, non sono confusi o smarriti, ma si prostrano, adorano, e tornano a Gerusalemme pieni di gioia. ร la gioia di chi ha compreso che lโassenza di Cristo secondo la carne รจ in realtร una nuova, piรน profonda forma della sua presenza.
Questo รจ il cuore dellโAscensione: Cristo non รจ piรน visibile agli occhi del corpo, ma diventa accessibile nel cuore della fede. ร presente in ogni luogo e in ogni tempo, nellโEucaristia, nella Parola, nella comunitร , nel povero, nella Chiesa.
Non siamo piรน spettatori, ma protagonisti: la benedizione ricevuta diventa una missione da compiere. Il Vangelo si chiude a Gerusalemme, il luogo della croce e della resurrezione, ma anche il punto di partenza della Chiesa.
Non a caso, gli Atti degli Apostoli โ che sono il secondo volume scritto dallo stesso Luca โ riprendono esattamente da lรฌ. Due uomini in bianche vesti (figure angeliche) dicono ai discepoli: โPerchรฉ state a guardare il cielo?โ.
- Pubblicitร -
Cโรจ un invito forte alla concretezza, senza fughe dal mondo, ma a rimanere saldi in esso: non fuggiamo dal mondo, ma portiamo nel mondo la luce del cielo.
Come ha affermato il Concilio Vaticano II: โLโattesa di una terra nuova non deve indebolire, bensรฌ stimolare la sollecitudine per la terra presenteโ (Gaudium et Spes, 39).
Con lo sguardo rivolto al cielo e i piedi ben piantati nella terra, anche noi camminiamo sotto la benedizione del Signore. Non da soli, ma con la forza dello Spirito.
ร Lui che ci rende capaci di vivere e testimoniare il Vangelo in ogni tempo e luogo. LโAscensione non chiude la storia di Gesรน, ma apre la nostra: ci rende Chiesa in cammino, membra di un Corpo attratto dalla gloria del suo Capo, che un giorno condivideremo in pienezza.
Per gentile concessione di don Luciano Labanca, dal suo sito.
