Don Luciano Condina – Commento al Vangelo del 6 Marzo 2022

737

Nel deserto sperimentiamo la nostra debolezza: affidiamoci alla misericordia del Padre che ci ama

La quaresima รจ un viaggio di penitenza, austero e serio, importante e bello, che punta a condurci fuori dal nostro ego; รจ il tempo in cui si praticano il digiuno, la preghiera, lโ€™elemosina. รˆ un โ€œtempo forteโ€ perchรฉ รจ nel deserto che lโ€™uomo puรฒ sperimentare la tentazione, ossia conoscere e dare un nome a ciรฒ che ha il potere di farlo fallire nella vita, di fargli mancare il bersaglio, di rendere infeconda lโ€™esistenza fallendo nellโ€™amore. Queste tre tentazioni racchiudono tutto ciรฒ che ha il potere di distruggere lโ€™uomo nella sua poliedrica bellezza.

Cโ€™รจ perรฒ una Provvidenza che conduce al deserto e dunque, anche in questo momento cosรฌ triste per gli eventi geopolitici in atto, rimaniamo radicati nella certezza che รจ Dio il Signore della storia e ogni evento, per quanto tragico, puรฒ essere illuminato dalla sua luce, cosรฌ come รจ avvenuto sulla croce.

La tentazione dellโ€™uomo รจ fare invece il contrario, cioรจ non cogliere la paternitร  di Dio nel creato e nella storia, distorcendo il reale secondo il proprio ego. Prendere le pietre e pretendere che divengano pane significa pretendere che le cose debbano diventare mio cibo, mie compensazioni, anche se non sono commestibili.

Il passo successivo รจ vedere tutta la terra e pensarla in funzione della propria personalitร , del proprio potere, della propria affermazione.Fino a considerare Dio addirittura come qualcuno da poter comandare a bacchetta, buttandosi dal pinnacolo del tempio e pretendere che mandi i suoi angeli. รˆ il viaggio contrario alla salvezza, il percorso che parte dalle cose e arriva allโ€™ego, da Dio allโ€™io e non viceversa.

In queste tre tentazioni รจ esposta la corruzione del senso delle cose. Siccome abbiamo fame, comandiamo che le cose cambino di identitร  e vengano traghettate alla riva della nostra utilitร . Guardare i regni della terra secondo il possesso, averli a propria disposizione, indica che le cose mi devono servire, devo esserne io il padrone. E ancora: il pinnacolo del tempio rappresenta il vertice della religione che, una volta raggiunto, puรฒ farci credere di non sottostare piรน alle leggi; per cui, se ci gettiamo giรน, non ci sfracelliamo.

รˆ il ritenersi al di sopra della legge con la presunzione di possedere lโ€™impunitร  di violarla. Dio diventa il gregario rispetto alle nostre idee e deve comportarsi secondo i nostri ritmi. Queste cose non portano da nessuna parte, perchรฉ non si vive solamente delle proprie soddisfazioni: ยซnon di solo pane vivrร  lโ€™uomoยป. Abbiamo bisogno di non rompere il rapporto con Dio: se non comprendiamo il senso e la nobiltร  delle cose, รจ inutile sentirsi soddisfatti, perchรฉ alla fine perdiamo noi stessi.

Nel potere della seconda tentazione in cui sembra che lโ€™uomo sia plenipotenziario, si deve invece prostrare in adorazione del maligno. In realtร , mentre uno pensa di aver potere, รจ asservito a qualcosa di piรน grosso: piรน si sale nel potere, piรน si รจ asserviti a chi gestisce il potere del mondo. Piรน si sale nel potere e piรน compromessi si devono accettare, compromettendosi. รˆ in questo meccanismo che il principe di questo mondo pone la sua trappola. Cosรฌ il fatto di asservire Dio, ce lo fa perdere: un Dio che sta sotto di noi non รจ piรน Dio; se Dio obbedisce a noi, non puรฒ piรน salvarci; se lo mettiamo alla prova, Egli non ci salverร  piรน.

Insomma, queste sono le trappole della vita umana. Le cose, le relazioni, le idee, possono diventare nostri padroni e noi, nellโ€™illusione di avere di piรน, siamo in realtร  depauperati e cadiamo nel vuoto della nostra solitudine.


Commento di don Luciano Condina

Fonte – Arcidiocesi di Vercelli