Don Luciano Condina – Commento al Vangelo del 31 Luglio 2022

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Lโ€™esistenza non dipende dai beni materiali, ma dal nostro amore fiducioso in Dio

Nellโ€™incontro con i due fratelli in disputa per lโ€™ereditร , come avvenuto con Marta, Gesรน incontra nuovamente qualcuno che gli dice cosa dire. I due episodi fanno da cornice al dono delย Padre nostro, consegnato a seguito del desiderio di imparare a pregare, meditato domenica scorsa.

Notiamo dunque la tensione continua tra lโ€™accettare la volontร  di Dio e il dire a Dio come dovrebbe comportarsi. Finchรฉ non entriamo nella totale consapevolezza che Egli รจ Padre e, dunque, non darร  mai ai suoi figli cibo cattivo, benchรฉ il sapore non sia sempre gradevole, non troveremo mai pace.

Gesรน risponde: ยซO uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?ยป. Come a dire โ€œe io che cโ€™entro con queste cose?โ€.

In realtร , in questa risposta esiste una domanda vera, piรน profonda. Gesรน spesso ama rispondere con unโ€™altra interrogazione e lo fa sempre per guidare lโ€™interlocutore a un livello piรน profondo di veritร . Questa risposta di Gesรน deve sollecitarci a chiedere: per caso il giudice รจ Gesรน Cristo? Mediatore รจ Gesรน Cristo? Ebbene sรฌ, Gesรน รจ venuto a giudicare e discriminare nel senso piรน bello del termine e a diventare mediatore fra noi e Dio. Egli stesso sarร  il giudice della storia, verrร  a giudicare i vivi e i morti โ€“ รจ un articolo del nostroย Credoย โ€“ รจ colui che รจ stato costituito giudice sopra di noi.

Ecco allora che mette in luce unโ€™avarizia e una cupidigia di fondo per entrambi. Certamente un uomo che ruba lโ€™ereditร  al fratello รจ avaro assai; ma anche lโ€™altro che lo denuncia pubblicamente manifesta la stessa inclinazione, perchรฉ lโ€™ermeneutica della vita รจ che senza soldi non si campa.

Certamente lโ€™esistenza non dipende solo dai beni. Ed รจ proprio questo il soggetto della parabola succcessiva, dellโ€™uomo che ha un grande raccolto e vive nellโ€™abbondanza. Possiede cosรฌ tanto da non sapere dove mettere tutto quello che ha: demolirร  i magazzini per costruirne di piรน grandi.

Dopo essere diventato ricco, in realtร , questโ€™uomo inizia veramente a essere schiavo della sua fortuna. Vivere con molti beni puรฒ essere un cappio al collo per cui una persona deve lavorare perennemente in difesa di essi, deve farli fruttare, deve riporli e investirli.

E quando afferma: ยซdopo mi riposoยป, sta dicendo che la vita finalmente comincerร  dopo la fase prioritaria di accumulo dei beni. Un poโ€™ come quelli che attendono la pensione vedendo in essa lโ€™inizio della vita nuova, in pace, il tempo in cui finalmente si puรฒ uscire dallโ€™apnea occupazionale; il motto รจ: โ€œmi godo la pensioneโ€.

Ma รจ evidente che non esiste alcuna dimensione agapica in questa prospettiva di vita.

Tornando allโ€™ereditร  contesa, Gesรน in fondo sta anche dicendo: โ€œTuo fratello ti ha derubato, ma qual รจ la tua ricchezza? Se la tua ricchezza te la possono rubare, che ricchezza รจ? Perchรฉ non impari a vivere della ricchezza vera che รจ lo stare presso Dio, che รจ lโ€™avere Dio per Padre?โ€.

La nostra unica, grande povertร  รจ che non abbiamo realmente accettato la vera ricchezza; che per quanto abbiamo, se non ci nutriamo dellโ€™amore di Dio siamo poveracci; se non abbiamo con Lui un rapporto autentico, che non pensa allโ€™eternitร , tutto quello che resta รจ polvere, รจ per la tomba, รจ per il nulla. Perchรฉ tutto ci sarร  tolto.

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Questo vangelo รจ contro la nostra attitudine del possesso, contro il nostro inganno di cercare lโ€™essere attraverso le cose. Non รจ un caso che per san Francesco il contrario dellโ€™amore sia il possesso.


Commento di don Luciano Condina

Fonte – Arcidiocesi di Vercelli