Don Luciano Condina – Commento al Vangelo del 30 Gennaio 2022

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Lasciamoci sorprendere dallโ€™opera di Dio

Nazareth รจ il luogo in cui Gesรน รจ cresciuto e ha vissuto, al ritorno dalla fuga in Egitto fino ai trentโ€™anni; per questo motivo, pur essendo nato a Betlemme, era anche detto il Nazareno. Purtroppo, perรฒ, il suo paese non รจ stato benevolo dopo lโ€™inizio della sua missione: รจ proprio lรฌ che rischia la vita con i suoi concittadini che vogliono buttarlo giรน da un precipizio. E si trattava di persone cresciute vicino a lui, che lo ricordavano giovane carpentiere; che certamente, oltre alla sua bontร , conoscevano quella dei genitori, e forse anche quella dei suoi nonni.ย 

Nazareth rappresenta la categoria dellโ€™incredulitร , della saccenza, della violenza che scaturisce dalla presunzione di sapere come Dio debba fare, del fastidio generato da chi crede di inscatolare lโ€™opera di Dio in quattro schemi umani limitati. รˆ lโ€™esatto opposto del modus operandi che Egli ha: sempre nuovo, originale, sorprendente, fuori dagli schemi.

In questโ€™ottica, vanno collocate le citazioni che Gesรน fa al popolo riguardo a chi ricevette miracolo da Dio; infatti, la vedova beneficata al tempo di Elia era una pagana di Sarรจpta di Sidรฒne; anche riguardo ai lebbrosiย  al tempo del profeta Eliseo, di essi venne purificato solo Naamร n il Siro. Dio non ha beneficato i padroni di casa, ma i forestieri, gli stranieri. รˆ proprio la categoria dello straniero di fronte a Dio che รจ necessario focalizzare in questo testo: per essere beneficati รจ necessario essere stranieri, ossia pellegrini costantemente in viaggio verso la meta, mai fermi credendo di essere arrivati. Molto spesso sono proprio i residenti di un posto a non conoscerne le bellezze, quando invece i turisti di passaggio si premurano di non perdere i tesori che custodisce.

Cosรฌ รจ per noi: vogliamo stare tranquilli, rasserenati dalle quattro, povere sicurezze a cui ci avvinghiamo per non avere problemi, e Dio eventualmente torna utile solo se fa qualche miracolo; ยซquanto abbiamo udito che accadde a Cafร rnao fallo anche qui, nella tua patriaยป (Lc 4,23) รจ ciรฒ che vogliono i nazareni da Gesรน. Ad essi non interessa la realizzazione del brano di Isaia che si compie davanti ai loro occhi per ammissione di Gesรน, non interessa capire come Dio opera e salva lโ€™umanitร . Sono loro che pretendono di dire a Dio come fare il suo mestiere ed esigere che Egli si comporti come dicono.

Finchรฉ saremo noi a determinare come Dio debba agire, non potremo mai fare esperienza di lui; anzi, sarร  sempre estremamente frustrante e irritante constatare che il reale non si comporta secondo i nostri schemi e ci comporteremo esattamente come i nazareni, che pretendono di giudicare e condannare Dio buttandolo dal precipizio per averci urtato con le sue argomentazioni incomprensibili.

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Quelli che credono di aver capito tutto, di sapere giร  tutto non possono essere salvati se non sono in grado di accettare lโ€™opera salvifica di Dio, che non rispetta la povertร  del dinamismo umano. ยซPer andare dove non sai devi passare per dove non saiยป, scrive san Giovanni della Croce nella Salita del monte Carmelo.

Restiamo forestieri di fronte a ciรฒ che Dio compie, manteniamo la capacitร  di sorprenderci, custodiamo lo stupore generato in chi ha occhi per contemplare lโ€™opera di Dio. Lโ€™atteggiamento umile รจ ciรฒ che permetterร  allo Spirito Santo di svelarci il senso delle Scritture che in Gesรน trovarono compimento a Cafarnao in quel giorno, cosรฌ come lo possono trovare oggi nelle nostre celebrazioni eucaristiche.


Commento di don Luciano Condina

Fonte – Arcidiocesi di Vercelli