La magniloquenza del prologo del Vangelo di Giovanni incute sempre un certo timore reverenziale e un senso di totale inadeguatezza nel tentativo di balbettare qualche briciolo di sapienza dallโinesauribile ricchezza in esso contenuta.ย Mi soffermo sulla parte situata esattamente al centro, che quindi possiamo considerare il cuore: ยซVenne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti perรฒ lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dioยป (Gv 1,11-12).
Nulla di ciรฒ che troviamo nella Scrittura รจ casuale, e il fatto che nel cuore di questa lettura veniamo citati noi, potenziali figli di Dio, ci rammenta che la scrittura รจ a servizio dei nostri passi (Sal 119,105) e che al centro del cuore di Dio ci siamo noi.
ยซVenne fra i suoiยป: la Luce, quella luce che la nostra interioritร sogna e intimamente sa di esserne parte, con lโidentitร di Verbo di Dio, ossia di parola che salva, parola che, se radicata nel cuore dellโuomo, รจ in grado di trasformare lโesistenza in grandioso capolavoro, quella luce รจ scesa fra i suoi. Il Verbo di Dio ci ritiene suoi, perchรฉ gli apparteniamo e perchรฉ Egli ci appartiene, legati da una parentela dโamore. ร Lui che scende per raggiungerci nel punto piรน basso in cui ci troviamo: รจ curioso che il battesimo di Gesรน avvenga nel punto piรน depresso della terra, oltre 400 metri al di sotto del livello del mare. ร lโunico Dio, nel pantheon delle divinitร dellโuomo, che non deve essere raggiunto, bensรฌ รจ Lui che raggiunge noi.
ยซE i suoi non lโhanno accoltoยป: comโรจ possibile? Che la Vita, ยซil piรน bello tra i figli dellโuomoยป, la Luce, il Verbo di Dio, lโAmore fattosi carne e volto non sia stato accolto?
Non รจ difficile capire il perchรฉ. Tutti noi abbiamo nellโimmaginario unโidea di Dio legata alla potenza, alla grandezza, alla giustizia che dovrร fareโฆ ma questa รจ la descrizione di Zeus, che scaglia fulmini e saette; persino Giovanni Battista era disorientato, arrivando a chiedersi se era lui il messia o dovevano aspettarne un altro (Mt 11,3).
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No, il Dio vero non si presenta con questa immagine. Si mostra povero, collocato in una mangiatoia appena nato, e inchiodato a una croce al termine della sua vita terrena. I suoi non lโhanno accolto perchรฉ lo cercavano dove non era e non lo riconoscevano dove era, essendo Egli dove nessuno se lo aspettava. Chi ha una relazione con Dio percepisce il suo profumo dove sembra non essere presente: ยซEro carcerato, affamato, assetato, forestiero, nudo, malatoโฆยป (cfr Mt 25,35-36); รจ in queste categorie che il Verbo รจ presente; e se non si ha dimestichezza con Dio, non si riesce a vederne la presenza, non si riesce a percepirne il profumo; dunque scatta la repulsione. Emblematica la storia di san Francesco con i lebbrosi nei quali, dopo la conversione, egli ha visto il Verbo incarnatosi proprio lรฌ. E li ha abbracciati. Se ci pensiamo, osservando un malato immobile in un letto, sofferente, solo, magari abbandonato, stiamo osservando quanto di piรน simile a Gesรน possa esserci.
La mangiatoia in cui Gesรน viene posto appena nato, รจ un posto lurido, umido, puzzolente, certamente inospitale; ebbene solo chi vegliava โ i pastori โ ebbero gli occhi aperti per riconoscere ciรฒ che avveniva. Ed รจ proprio lรฌ che Dio permette che venga posto Gesรน bambino. Fuor di metafora, ogni uomo รจ una mangiatoia che cammina, unโinterioritร oscura, povera e malsana, che perรฒ puรฒ ospitare โ perchรฉ Dio cosรฌ ha voluto โ Dio stesso, ricevendo cosรฌ il potere di diventare suoi figli.
Basta accoglierlo.
Commento di don Luciano Condina
Fonte – Arcidiocesi di Vercelli
