Possiamo amare solo se entriamo in relazione con Cristo, fonte della vita
Lโinvito di Gesรน ad amare i nemici presenta la radicale utopia del vangelo, poichรฉ amare i nemici non รจ alla portata dellโumano. Se amare รจ dare la vita per qualcuno โ un coniuge lo fa per lโaltro, un genitore lo fa per un figlio โ ecco, amare un nemico, ossia dare la vita per un nemico, va oltre lโumano. E se anche il prossimo non fosse nemico ma solo uno sconosciuto, il discorso non cambierebbe.
La stragrande maggioranza delle persone afferma: ยซIo sono buono e caro, perรฒโฆยป; ecco, se esiste un perรฒ significa che non sei ยซbuono e caroยป perchรฉ anche nella mafia cโรจ unโetica simile. Lโamore evangelico, quello che ci porta a dare la vita per un nemico, non si puรฒ esercitare semplicemente con la propria volontร . Per amare cosรฌ Gesรน ci invita a innestarci in Lui, perchรฉ solo da Lui possiamo ricevere lo slancio eroico che porta a compiere un atto simile. Pensiamo a san Massimiliano Kolbe, che si offrรฌ in sacrificio ad Auschwitz per salvare un padre di famiglia: solo se vivi innestato in Cristo puoi amare come Egli ha amato, perchรฉ non sei piรน tu ad amare ma Cristo che vive in te, come attesta san Paolo.
Il vangelo di questa domenica ci ricorda per lโennesima volta che il cristianesimo non รจ unโetica, una filosofia, un sistema di valori, ma รจ la relazione con una Persona che รจ fonte della vita, dellโamore e della santitร .
La vita spirituale รจ simile a un camaleonte che assume il colore di ciรฒ che tocca; esso non puรฒ assumerlo con la forza di volontร โ ossia seguendo una morale โ ma deve toccare quel determinato colore per cambiare la sua pelle. Cosรฌ รจ con lโamore di Cristo, che ci rende abili di amare anche il nemico: questo ha il colore dellโoro e, per poterlo esercitare e falo diventare di quella tinta, dobbiamo toccare Cristo: nella preghiera, nei sacramenti, nelle persone che lo hanno incontrato e nella caritร .
La necessitร dellโesercizio del tatto รจ chiarissima nellโepisodio dellโemorrois- sa, che ottiene la grazia nel momento in cui tocca il mantello di Gesรน; oppure nellโepisodio del cieco che gli viene portato ยซaffinchรฉ lo toccasseยป (Mc 8,22).
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Di Gesรน bisogna fare esperienza, che ci permette di innestarci nella vita cristiana, ci porta non a โfareโ i cristiani, ma a โesserloโ; a seguire non il vangelo, ma Cristo, perchรฉ il vangelo รจ il mezzo che indica โchiโ seguire.
Possiamo ricevere questo amore solo dallโalto: ยซRivestiti di potenza dallโaltoยป, dice Gesรน ai discepoli in Lc 24,49. E sarร questa potenza, che scaturisce dallโunione con Cristo, a permetterci di vivere la โregola dโoroโ, espressa dal fare agli altri ciรฒ che vorresti fosse fatto a te, espressa in varie applicazioni lungo tutto il vangelo di questa domenica.
Il modello a cui tendere รจ compiere le opere del Padre: ยซSiate misericordiosi come รจ misericordioso il Padre vostroยป (Lc 6,36). ร lโinvito a vivere lo straordinario perchรฉ non possiamo accettare di vivere una vita regolare, semplice eโฆ banale. Come si puรฒ annunciare il vangelo al mondo intero se non annunciando qualcosa di straordinario? Come si puรฒ risvegliare lโamore nel cuore delle persone se non parlando loro della nobiltร e grandezza della vita, che non รจ il programmato e prevedibile, ma รจ la sorpresa?
Allora contempliamo e tocchiamo Cristo: da questo deriverร mitezza e la capacitร di fare atti straordinari dโamore, perchรฉ senza di Lui non possiamo far nulla.
Commento di don Luciano Condina
Fonte – Arcidiocesi di Vercelli



