Nel vangelo di questa domenica farisei ed erodiani si trovano uniti nel tentare Gesรน, adulandolo, per farlo cadere in contraddizione con la domanda se โรจ lecito, o no, pagare il tributo a Cesareโ (Mt 22, 15-17).
Politicamente parlando i farisei non potevano accettare alcun compromesso con i romani, mentre invece gli erodiani sรฌ, in quanto sostenevano un sovrano โ Erode Antipa โ che riceveva un potere fittizio da parte di Roma: entrambe le fazioni rappresentano il mondo che fa fronte comune contro Gesรน.
Gesรน sposta lโattenzione su un altro piano, ponendo unโaltra domanda che ribalta completamente la questione, perchรฉ lโargomento del pagare le tasse รจ fittizio, oltre che banale e scontato.
Sulla moneta romana era impressa lโeffigie di Tiberio Cesare, secondo imperatore romano, che a partire dal predecessore Cesare Augusto era considerato divino dai romani.
Possiamo allora cominciare a mettere in luce uno dei tanti nuclei di questo vangelo, che ci mostra quale Dio sia da servire: quello impresso nella moneta romana o quello di Gesรน.
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La domanda se โรจ lecitoโ pone la questione in ambito morale, e verrebbe subito da citare san Paolo che dice โtutto mi รจ lecito! ma non tutto giovaโ (1Cor 6,12). ร interessante notare che il mondo di oggi, pur sembrando liberista oltre ogni immaginazione, in realtร non lo รจ affatto, perchรฉ se apparentemente ti fa credere che puoi fare tutto, allโatto pratico non ti perdona niente. Dio invece รจ padre, e non ti dice che puoi fare tutto ciรฒ che vuoi โ perchรฉ ne avresti molto danno โ ma ti perdona tutto. Gesรน esce subito dalla questione morale, che non รจ il cuore del rapporto con Dio, perchรฉ la relazione con Dio non puรฒ essere codificabile semplicemente attraverso una serie di regole da seguire. ร lโesatto contrario, ossia รจ la relazione con Dio che genera una morale conseguente.
Tornando allโeffigie di Tiberio sulla moneta, รจ da notare come la potenza di questo dio terrestre sia impressa sul denaro, che รจ il vero grande dio di questo mondo: non รจ un caso che Gesรน abbia detto che โnon si puรฒ servire Dio e il denaroโ (Mt 6,24). Tante cose del mondo sono in contrasto con una relazione autentica con Dio, ma il denaro รจ il vero grande antagonista di questa relazione, perchรฉ รจ in grado di rapire il cuore dellโuomo. E in fondo, delle tre tentazioni di Gesรน nel deserto che simboleggiano le tre grandi concupiscenze โ senso, denaro e potere โ รจ quella del denaro che spesso permette di poter raggiungere anche le altre due. Il dio denaro ha i suoi riti, le sue esigenze, i suoi sacrifici umani: quante relazioni affettive e famiglie distrutte, figli trascurati, genitori abbandonati, amicizie tradite a causa del denaro da guadagnare in quantitร sempre maggiore!
Il Dio di Gesรน รจ diverso e non ti incatena come il dio impresso sulla moneta. โCercate prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia, e tutto il resto vi sarร dato in sovrappiรนโ (Mt 6,33).
ร curioso che Gesรน per rispondere alla domanda dei farisei si faccia dare una moneta: lui denaro non ne ha, non gira con monete in tasca. Questo non deve portare a un discorso pauperista, perchรฉ una cassa gli apostoli la tenevano; il fatto perรฒ che fosse Giuda Iscariota a gestirla puรฒ riportarci a quanto appena detto sullโincompatibilitร nel seguire Dio e il denaro.
โDate a Cesare quel che รจ di Cesare, a Dio quel che รจ di Dioโ (Mt 22,21): noi siamo di Dio, a lui spetta il nostro cuore, la nostra vita, il nostro tutto. Diamoci a Dio, perchรฉ anche Lui diventi realmente nostro.
Commento di don Luciano Condina
Fonte – Arcidiocesi di Vercelli
