Don Luciano Condina – Commento al Vangelo del 22 Novembre 2020

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Con la solennitร  di Cristo Re arriviamo al termine dellโ€™anno liturgico A e celebriamo una delle pagine piรน universali della Scrittura in cui Cristo, Re dellโ€™universo, giudicherร  ogni uomo di ogni popolo e nazione, cristiani e non, nessuno escluso. Si parla, infatti, del ยซFiglio dellโ€™uomoยป che ยซverrร  nella sua gloriaยป (Mt 25,31): in ebraico il termine โ€œgloriaโ€ โ€“ qabod โ€“ indica il peso, la sostanza, il valore di qualcosa. La gloria di un uomo รจ il suo valore reale, non sempre visibile, specie nei โ€œpiccoliโ€.ย  Alla fine dei tempi Gesรน si mostrerร  con tutto il suo peso e con tutta la sua realtร : Re di tutto il creato e di tutte le genti.

Alla sua destra staranno coloro che riceveranno in ereditร  il regno preparato fin dallโ€™inizio della creazione, alla sinistra gli altri.

ยซTutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli piรน piccoli lโ€™avete fatto a meยป (Mt 25,40). Notiamo subito che lโ€™aggettivo dimostrativo ยซquestiยป rivolto ai ยซfratelli piรน piccoliยป indica che siano lรฌ presenti, alla vista di tutti: come trofeo per i caritatevoli, come condanna per gli egoisti e i malvagi.

Fuor di metafora, ciรฒ che operiamo in vita ha effetti concreti su ogni piano di esistenza e ciรฒ rimanda al mandato di Gesรน agli apostoli: ยซCiรฒ che legherete o scioglierete in terra sarร  legato o sciolto anche in cieloยป (cfr. Mt 18,18).

I malvagi, a loro difesa partono โ€“ come sempre โ€“ allโ€™attacco (di Dio), accusando il re di non essersi fatto riconoscere in questi piccoli; come dire: รจ colpa tua se non ti abbiamo soccorso, perchรฉ sei tu che non ti sei manifestato. Al pari del vangelo di domenica scorsa in cui lโ€™ultimo servo che aveva nascosto il talento pensava male di Dio, anche questi che stanno alla sinistra del re fanno lo stesso: accusano Dio, in linea con lโ€™Accusatore per eccellenza.

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Questo discorso ci tocca molto da vicino perchรฉ, quasi quotidianamente, incrociamo qualcuno bisognoso di qualcosa โ€“ anche solo di una cortesia โ€“ e spesso ci tiriamo fuori dalla responsabilitร  di soccorrerlo, dicendo โ€œnon spetta a me, non รจ mia responsabilitร โ€ rimandandola a qualcun altro, Dio compreso, e rimanendo concentrati solo sui propri interessi. Cosรฌ facendo non vediamo altro che noi stessi. รˆ proprio per questo che quelli alla sinistra non scorgono la presenza del Re nei piรน piccoli.

Perchรฉ abbiamo difficoltร  a rivolgerci al Dio vero e non ci accorgiamo di Lui quando ci passa accanto? Perchรฉ abbiamo le โ€œlinee occupateโ€ dai falsi dei che assorbono totalmente la nostra esistenza e non ci fanno vedere il prossimo. La caritร  รจ uno slancio primario, non attende una giustificazione di diritto o di principio su chi o cosa sia giusto intervenire: agisce e basta, senza neanche attendere un grazie.

Non โ€œsi faโ€ la caritร : โ€œsi รจโ€ caritร .

Deus caritas est, titola la prima enciclica di Benedetto XVI: la caritร  ti dร  unโ€™identitร , quella di figlio di Dio. La caritร  รจ come la luce per una lampadina: emettere luce identifica la lampadina; illuminare รจ la sua natura e la rende perfettamente collocata nella pienezza della sua esistenza. Cosรฌ รจ per lโ€™uomo: divenendo caritร  centra pienamente la sua natura e la sua vocazione, che si concretizza sempre in uno dei mille modi che ci sono per amare; e diventa simile a Dio, perchรฉ ne diviene strumento.

Ogni giorno il Padre ci chiama ad essere caritร  per qualcuno. Alla fine della vita non faremo il bilancio di quanti beni abbiamo accumulato, ma lโ€™unica cosa che conterร  sarร  constatare se qualcuno รจ felice per causa nostra. Il resto non avrร  peso.

Termina lโ€™anno liturgico: Tempus fugit!

Commento di don Luciano Condina

Fonte – Arcidiocesi di Vercelli


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