Don Luciano Condina – Commento al Vangelo del 13 Dicembre 2020

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รˆ tempo di interrompere momentaneamente la sobrietร  dellโ€™Avvento per ricordare la gioia che il cammino cristiano ha come meta, perchรฉ viene la luce, e dove cโ€™รจ luce รจ gioia e pienezza.

Un cristiano autentico non puรฒ essere triste, perchรฉ la gioia lo abita โ€“ o almeno dovrebbe. San Francesco di Sales diceva che un santo triste รจ un โ€œtriste santoโ€, ed รจ proprio vero perchรฉ un cristiano triste รจ come un rappresentante di profumi che emana cattivo odore, il che รจ decisamente contraddittorio oltre che sgradevole; tristezza che spesso รจ frutto di una relazione con Dio fondata esclusivamente su un volontarismo forzoso accompagnato da rigiditร  affettiva.

Un cristiano triste, seppur credente, non รจ credibile.

Invece รจ tempo di gioire perchรฉ viene la luce nel mondo, รจ lei che illumina, รจ lei che ama per prima e se non ti lasci prima amare non potrai amare a tua volta, perchรฉ non puoi donare ciรฒ che non ricevi.

Cosโ€™รจ la gioia vera? Spesso la confondiamo con le compensazioni, con i momenti di appagamento che ci regaliamo, con il piacere: invece cโ€™รจ la gioia e cโ€™รจ il piacere; la gioia puรฒ portare con sรฉ il piacere, ma cโ€™รจ un piacere fine a se stesso che non porta gioia.

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La gioia รจ una presenza, che in quanto tale รจ con te. La gioia ti abita quando stai con chi ami, o quando sai che chi ami sta bene. รˆ la presenza di qualcuno.

E la gioia perfetta, la perfetta letizia รจ la presenza di Qualcuno.

La cosa bella รจ che quando sperimenti la presenza di questo Qualcuno tutto il resto non conta piรน, svanisce come i dolori del parto di fronte alla creatura appena nata. E nello sperimentarLo svanisce anche lโ€™assolutizzazione dei nostri problemi.

รˆ curioso che la parola โ€œletiziaโ€ abbia la stessa radice della parola โ€œletameโ€, e parrebbe che non abbiano nulla in comune: ebbene, entrambi sono legati alla feconditร ; il letame, benchรฉ sia scarto biologico, porta grande feconditร  alla terra; e cosรฌ, la durezza di tante vite, il sovrapporsi di sacrifici e sofferenze โ€“ tutte cose che noi scarteremmo volentieri โ€“ in realtร  generano molto frutto, soprattutto sul lungo termine. Pensandoci bene, le cose piรน importanti le abbiamo imparate nelle difficoltร . Dโ€™altronde nessuna cosa importante nella vita si edifica senza sacrifici.

Per accogliere questa luce che viene a noi abbiamo bisogno di un testimone, ossia qualcuno che ce la indichi, perchรฉ da soli non possiamo darcela, e Giovanni Battista โ€œvenne come testimone per dare testimonianza alla luce, perchรฉ tutti credessero per mezzo di luiโ€ (Gv 1,7). Da duemila anni i testimoni di questa luce si susseguono, come se si passassero una fiaccola accesa โ€“ come quella olimpica โ€“ di mano in mano, di volto in volto, di vita in vita, arrivando a noi, e attraverso noi arrivando a chi ci succederร . Questa รจ la via scelta da Dio per attraversare i secoli, per incarnarsi lungo i secoli. รˆ bello periodicamente pensare e ricordare il proprio โ€œtedoforo della fedeโ€, ossia colui che รจ stato strumento di vita eterna per noi: senza dubbio gli dobbiamo gratitudine e preghiera.

Giovanni non dice chi รจ, si identifica solo come una โ€œvoce di uno che grida nel desertoโ€ (Gv 1,23): quando la luce ti illumina non ha piรน importanza chi sei tu, perchรฉ capisci che la fonte di bellezza non sei tu, ma se ti lasci permeare da essa allora viene fuori la tua bellezza originaria, strutturale, autentica.

Giovanni grida, perchรฉ non cโ€™รจ notizia piรน importante di questa da dare al mondo sanguinante; talmente importante che mi son fatto prete apposta per unirmi a questo grido.

E sono felice; o meglio, la gioia รจ in me.

Commento di don Luciano Condina

Fonte – Arcidiocesi di Vercelli


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