Con lโincredulitร dellโapostolo Tommaso riprendiamo il tema della fede avviato domenica scorsa. Pasqua รจ la festa della nascita della fede, che origina dalla constatazione della risurrezione; perciรฒ, a buon diritto, possiamo affermare che a Pasqua si festeggia anche il โcompleannoโ della fede.
Maria di Magdala crede quando incontra Gesรน risorto; Giovanni crede vedendo il sepolcro lasciato in ordine; Tommaso afferma addirittura che, per credere, non gli basta vedere Gesรน, ma deve toccarne le piaghe, diffidando dei suoi compagni, se non riguardo alla loro buona fede o, quanto meno, sulla luciditร mentale o percettiva.
Dunque la fede si ottiene se Dio ti concede di vedere, di toccare, di fare esperienza della resurrezione di Gesรน: Dio, che รจ buono e giusto, a chiunque voglia ricevere questo dono cosรฌ grande lo concede, cosรฌ come ha fatto con i protagonisti dei vangeli.
Ma, per ricevere la fede, รจ necessario predisporsi ad accoglierla e, in queste prime domeniche di Pasqua, riceviamo proprio due indicazioni operative utili per accoglierla.
La prima: andare al sepolcro. Ogni uomo ne ha uno nel profondo, un luogo buio, in cui sono nascoste le proprie cose innominabili e spesso inconfessabili: il luogo dove viviamo le nostre solitudini, quelle che nulla al mondo riesce a colmare; il luogo del buio esistenziale, da cui scaturiscono tutti i pessimismi e le paure che diventano peccati. Pasqua รจ la festa in cui si celebra lโevento di questo sepolcro visitato da Dio, illuminato con la risurrezione in una vita nuova: Dio fa saltare via la pietra che lo sigilla;solo lui puรฒ farla saltare da dentro. Il sepolcro รจ analogamente simbolo di quella parte sporca da pulire, di cui parla Gesรน a Pietro durante la lavanda dei piedi. Quindi, la prima azione che ci predispone a ricevere la fede รจ toccare con mano il buio del sepolcro interiore, comune ad ogni uomo, e desiderare che sia illuminato dalla vita di Dio. Dio non puรฒ darci qualcosa se non la desideriamo, perciรฒ dobbiamo percepire in noi questo bisogno.ย E il desiderio puรฒ manifestarsi con lโinvocazione: ยซSignore salvami!ยป.
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La seconda indicazione operativa la deduciamo dallโepisodio di Tommaso: egli รจ lโultimo a credere tra gli apostoli, perchรฉ non era presente alla prima apparizione di Gesรน ai discepoli. Il collegio degli apostoli rappresenta la Chiesa: dunque, per credere, per ricevere la fede, รจ necessario stare nella Chiesa. Essa รจ il luogo che Cristo ha scelto per distribuire i suoi doni, per farsi conoscere e poter entrare in relazione con lui; รจ, dunque, il luogo in cui lo si puรฒ vedere e toccare. Gesรน poteva apparire a Tommaso ovunque si trovasse, ma non lโha fatto: si รจ manifestato a lui nellโekklesรฌa โ che in greco indica lโassemblea โ nella Chiesa. La fede non รจ mai un fenomeno privato, รจ sempre pubblico, perchรฉ รจ un dono che non si riceve mai solo per se stessi, ma per la salvezza di qualcun altro. La fede illumina ogni fatto della vita rivestendolo di dignitร celeste e conferendogli provvidenzialitร , qualunque cosa accada per quanto tragica possa essere. La fede รจ come il re Mida e tutto ciรฒ che tocca diventa oro: ogni evento della vita lambito dalla fede diventa luogo di incontro con Dio, diventa gradino piรน o meno alto della scala che conduce al Cielo.
Entriamo nel nostro sepolcro, gridiamo a Dio il nostro desiderio di essere salvati predisponendoci, nella Chiesa, ad accogliere la fede e lasciamoci cosรฌ amare da Lui: รจ la cosa piรน saggia da fare prima di morire.
Commento di don Luciano Condina
Fonte – Arcidiocesi di Vercelli



