Liberi dai beni terreni per incontrare Cristo
La celebre frase che apre e chiude il libro di Qoelet, โVanitร delle vanitร , tutto รจ vanitร , costituisce il tema conduttore di questa domenica. Il termine ebraico (โHebelโ), tradotto con โvanitร โ significa anzitutto โinconsistenzaโ, โvuotoโ. Non si tratta soltanto della precarietร del mondo e delle cose create, ma dellโattivitร umana nel suo insieme. Lโautore sacro si rende, quindi, conto che tutto lโimpegno e la fatica degli esseri umani non hanno consistenza. Qoulet puรฒ sembrare troppo pessimistico, ma in realtร egli passa in rassegna le varie attivitร e imprese in cui si faticano gli uomini, e conclude che โnon cโรจ alcun vantaggio sotto il soleโ.
Anche il successo sociale ed economico, alla fine rivela la sua radicale inconsistenza, poichรฉ chi ha lavorato con sapienza e successo dovrร poi lasciare i suoi beni a un altro โche non vi ha per nulla faticatoโ. Sullo sfondo di questโultima affermazione, si profila lโesperienza della morte che porta allo scoperto la radicale inconsistenza di tutto. La riflessione di Quolet รจ frutto di esperienza. Egli considera la condizione umana con sano realismo. La saggezza o sapienza, che inizia con la presa di coscienza del limite radicale di tutto il creato, consiste qui a vivere ogni esperienza umana come un dono e non come una proprietร inalienabile.
Su questo filone sapienziale si innesta anche il brano evangelico. A Gesรน viene richiesto un intervento per fare da giudice o arbitro in una controversia circa la spartizione dellโereditร . Secondo le prescrizioni della legge veterotestamentaria, al primogenito spetta il doppio dellโereditร . Il fratello minore vorrebbe allora far valere il suo diritto contro lโabuso del primogenito . I beni invece di essere veicolo di comunione e di relazione, sono per lui cose da accumulare, da difendere, e finiscono per chiuderlo in una prigione. Non uscirne, se non difficilmente. Gesรน rifiuta di intervenire, ma rivolge ai due fratelli e alla folla presente questo avvertimento: โGuardatevi e tenetevi lontani da ogni cupidigia, poichรฉ anche se uno รจ nellโabbondanza, la sua vita non dipende dai suoi beniโ. Infatti, la vita รจ un dono di cui nessuno puรฒ disporre in modo assoluto e inalienabile. Chi pensa al contrario si illude.
Quindi, per illustrare la sua dichiarazione, Gesรน racconta la parabola di questo ricco proprietario agricolo, di fronte a una stagione fortunata, che gli ha dato un raccolto eccezionale, che pensa ad ampliare i magazzini in modo ad avere riserve che gli assicurano un futuro felice. Per dare vivacitร a questa illusione, Gesรน riporta il soliloquio di quel proprietario: โAnima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni, riposati, mangia, bevi e datti alla gioiaโ. Anche questo viene dalle mani di Dio; perรฒ, questa coscienza manca al ricco agricoltore della parabola.
Purtroppo, il suo discorso solitario notturno viene interrotto da una terribile sentenza divina: โStolto, questa notte stessa ti sarร richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarร ?โ. Nel linguaggio biblico, lo โstoltoโ รจ chi agisce come se Dio non esistesse, e che non tiene conto del limite della propria esistenza. Questo ricco proprietario viene definito โstoltoโ perchรฉ crede che molto denaro significhi molta vita. Perchรฉ fonda la propria sicurezza sullโavere e non sullโessere. Perchรฉ non capisce che la vita va riempita di amicizia, di dono, di relazioni, di condivisione, ma non di cose. Non cโรจ posto qui per lโavarizia, lโaviditร dei beni con lโidolatria.
Gesรน chiude il suo insegnamento con un ammonimento implicito: โCosรฌ รจ di chi accumula tesori per sรฉ, e non arricchisce davanti a Dioโ. Si tratta di fare un uso sapiente dei beni. Nella prospettiva evangelica, la condivisione dei beni a favore dei poveri รจ lโunico investimento sicuro, cioรจ il tesoro nei cieli, โdove i ladri non arrivano e la tignola non consumaโ. La vita e i beni non dovrebbero mai essere considerati come un fine, come una realtร che prende il posto di Dio: Dio รจ lโunico fine che dร e fonda ogni vita.



