Al termine di questo anno liturgico ci viene raccontato il giudizio, si parla di come sarร la lettura definitiva della storia; Gesรน รจ presentato come giudice, un giudice particolare, diverso, si identifica in ciascuno di noi a tal punto da dire โse sei povero io sono povero con te, se sei malato io soffro con te, sei hai sete io avverto lโarsura, se fai del bene le mie viscere si riempiono di gioiaโ.
Non basta dare un euro al mendicante allโuscita delle nostre chiese o lungo le strade delle nostre cittร , non basta lasciarci emozionare dalle raccolte in TV per la fame nel mondo e mandare il messaggino, รจ piรน difficile, farci carico dei poveri, ragionare con Spirito di fraternitร per come aiutare una persona che รจ finita nei guai, trovare soluzioni per come venirne fuori.
Impariamo a riconoscere nel volto del fratello il volto di Cristo in maniera speciale nel povero, nellโammalato, nel bisognoso e sarร Lui a riconoscere noi quando lo incontreremo!
Ricordandoci che Dio non guarda al peccato commesso ma il bene compiuto, saremo infatti giudicati sullโindifferenza! Alla fine di tutto cosa resterร ? โLโamore, solo lโamore, quello dato e quello ricevuto.โ
Commento a cura di don Guido Santagata della Parrocchia Santa Maria Assunta-Duomo di Sant’Agata de’Goti (BN)
