don Giovanni Berti (don Gioba) – Commento al Vangelo del 30 Aprile 2023

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Porta senza porta

In questi giorni si sta parlando della fine della pandemia. Si aspetta che per fine maggio lโ€™OMS dichiari che lโ€™emergenza che per tre anni ha segnato il mondo intero con lockdown e restrizioni di ogni genere sia alle spalle. Tutti abbiamo bene in mente i tempi in cui anche solo uscire dalla porta di casa era considerato pericoloso e persino quasi illegale. Si sono alzate barriere sanitarie di ogni tipo, perchรฉ giustamente dovevamo mettere un contenimento a questo virus cosรฌ terribile.

Porte chiuse di molti negozi e luoghi di ritrovo, barriere di plexiglas ovunque per limitare i contatti e lo stare vicini. Anche le chiese per un certo periodo sono rimaste deserte e con le porte sbarrate per evitare assembramenti. La nostra chiesa aveva la porta aperta ma inutilmente, perchรฉ la comunitร  non si poteva radunare. Avevamo scelto di non chiuderla fisicamente per lasciare un segno di speranza a quei pochi che passavano per strada.

La Chiesa come comunitร , ancora prima del luogo concreto di culto, non puรฒ chiudere mai nessuna porta. Se nei tempi antichi i recinti sacri dei culti pagani avevano proprio la caratteristica di essere chiusi e separati (la parola โ€œsacroโ€ significa proprio โ€œseparatoโ€), la nostra fede ci dice che nulla puรฒ rimanere separato ed escluso, e che ogni porta chiusa che divide ed esclude non ha a che fare con Dio.

Gesรน parlando alle autoritร  religiose del suo tempo, entra in una polemica durissima, perchรฉ loro hanno chiuso Dio in uno spazio spirituale che esclude per le persone e le giudica, mentre Gesรน รจ venuto a mostrare il vero volto di Dio che vede tutti come figli e non taglia fuori nessuno, tantomeno i poveri e peccatori. Per questo prende un esempio dalla vita quotidiana del suo tempo, la pastorizia, per dire chi รจ Dio e chi รจ lui, e di come davvero si fa la volontร  di Dio e come si costruisce la comunitร .

Lโ€™evangelista Giovanni annota che coloro a cui Gesรน parla non capiscono (โ€œGesรน disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.โ€) e giร  questo mi porta a chiedere a me stesso se capisco e vivo quel che Gesรน vuole dire, se noi oggi come cristiani abbiamo capito e viviamo quello che insegna il nostro Maestro.

Gesรน si paragona al pastore che ha cura del suo gregge in modo totale, che conosce le pecore per nome e le pecore ascoltano la sua voce, lโ€™unica che guida alla vita e alla libertร  e non alla schiavitรน. Giร  in questa cosa lโ€™immagine della pastorizia viene in qualche modo โ€œesagerataโ€, ed รจ chiaro che Gesรน spinge a ripensare la comunitร  e il rapporto con Dio in modo totalmente diverso da quello di una religione dellโ€™obbedienza e della massa tutta uguale, con chiusure e obblighi che non si comprendono e con la minaccia di punizioni.

Ma lโ€™aspetto della similitudine che oggi mi colpisce รจ proprio quella della porta. Gesรน dice ai suoi contemporanei e anche a noi oggi: โ€œIo sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarร  salvato; entrerร  e uscirร  e troverร  pascoloโ€.

Gesรน รจ quella porta sempre aperta attraverso la quale si passa da un recinto di schiavitรน ad un pascolo di libertร , mantenendo un legame reciproco tra noi e con lui, un legame forte che non mette in contraddizione libertร  e unitร , che non oppone le esigenze del singolo con quelle comuni.

Gesรน รจ una porta di speranza, e passare attraverso questa porta significa iniziare ogni singola giornata con la il desiderio del bene, con lo stile della caritร , con la direzione della fraternitร  e della salvezza del mondo. Come comunitร  di cristiani, come Chiesa, siamo chiamati ad essere anche noi โ€œporta apertaโ€ per tutti, con parole che accolgono, con atteggiamenti che fanno sentire benvenuti, con azioni che attirano chiunque cerca il bene e ha bisogno di bene.

Siamo in un tempo in cui anche se riapriamo le porte per il post-Covid, altre porte si chiudono tra le nazioni, tra i popoli, tra ricchi e poveri, tra categorie socialiโ€ฆ e anche tra famiglie sullo stesso pianerottolo di casa. E puรฒ succedere che se anche le porte fisiche delle chiese rimangono aperte, quelle mentali dei cristiani si chiudano.

โ€œIo sono la portaโ€, dice Gesรน a noi. Ed รจ una porta senza porta, ma che porta alla libertร  e alla fraternitร .

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Anchโ€™io per il Battesimo posso dire con Gesรน, โ€œio sono una portaโ€ โ€ฆ mentre mi domando se questa mia porta รจ chiusa ai fratelli oppure aperta, come Gesรน lo รจ sempre per me.

Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)