don Giovanni Berti (don Gioba) – Commento al Vangelo del 20 Marzo 2022

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Quaresima bellica

Per noi cristiani anche questโ€™anno come due anni fa i tempi della storia sono andati quasi pari passo con quelli della liturgia. Nel 2020 lโ€™inizio del tempo quaresimale รจ praticamente coinciso con lโ€™inizio della pandemia, che ci ha rinchiuso tutti dentro casa e dentro le nostre paure.

La quarantena รจ coincisa con la quaresima, in una coincidenza fortemente simbolica. Questโ€™anno la quaresima รจ iniziata quasi contemporaneamente con la guerra in Ucraina, nel cuore (geografico e simbolico) della nostra Europa. E di nuovo le nostre paure si sono come riaccese insieme a quel senso di incertezza per il futuro che abbiamo giร  conosciuto con la pandemia.

Se i tempi della liturgia sono prevedibili dal calendario tradizionale, quelli della storia non lo sono affatto, e questo intreccio che il caso ha voluto, per me diventa ancora una volta una provocazione a legare la mia fede alla mia vita e alla vita del mondo, perchรฉ questo รจ uno dei principali insegnamenti del Vangelo.

Infatti la storia di Gesรน, i suoi insegnamenti e gesti che noi come cristiani celebriamo nelle nostre liturgie, sono la realtร  di Dio che entra dentro la realtร  umana. La storia dellโ€™uomo, con le sue tragedie e drammi e anche con le conquiste positive, รจ legata alla storia di Dio, alla storia della salvezza.

Gesรน, nel racconto di questa terza domenica di Quaresima, viene provocato su due avvenimenti drammatici del suo tempo, dei quali non sappiamo poi molto, ma che rappresentano due eventi di cronaca come quelli che sentiamo oggi: una strage di abitanti della Galilea da parte della potenza romana e il crollo di una torre a Gerusalemme.

Sono due eventi di violenza umana e di catastrofe che drammaticamente sembrano richiamare proprio quello che stiamo vivendo in questi anni a livello mondiale: una guerra e una pandemia. Gesรน vede quei due eventi come un appello alla conversione e non come punizione divina. Nel contesto religioso di allora si pensava che un evento drammatico che colpiva una persona rappresentava la punizione divina per dei suoi peccati.

Era questo un modo per spiegare le tragedie degli altri e tirarsene fuori come se riguardasse solo chi era coinvolto. Gesรน smonta questa falsa teoria su Dio e richiama tutti ad un senso profondo di responsabilitร  e solidarietร . Nessuno puรฒ ritenersi migliore di chi รจ coinvolto in tragedie, e la vera tragedia รจ quella di pensare solo a sรฉ stessi e di non partecipare alle sofferenze di tutti. Quello che capita nella storia, tragedie e guerre, sia vicine che lontane, riguarda tutti.

Gesรน per primo si รจ coinvolto in ogni vicenda umana caricandola sul suo corpo. Gesรน รจ dentro la storia del suo tempo e la storia di ogni tempo, dentro questa pandemia, dentro questa guerra in Ucraina, dentro le tragedie umane e guerre che continuano ad esserci nel mondo anche se non le vediamo o non le vogliamo vedere. Gesรน รจ dentro la vita di chi ci sta accanto e che magari non vogliamo aiutare, dentro le povertร  e miserie anche di chi sbaglia ma non merita mai di essere lasciato solo e dimenticato.

La conversione a cui Gesรน richiama i suoi contemporanei e i suoi discepoli, non รจ quella mentale di passare dal non credere al credere in Dio, ma รจ un richiamo alla conversione prima di tutto per noi che diciamo di credere ma che spesso ci chiudiamo nella nostra vita disinteressandoci del prossimo. La conversione รจ quella dal pensare solamente a sรฉ stessi giudicando lโ€™altro al prendersi cura dellโ€™altro. La parabola finale di questo brano di Vangelo รจ un richiamo a prendersi cura del prossimo e della storia umana perchรฉ possano crescere quei frutti di bene e di amore che spesso mancano e rendono apparentemente sterile la vita.

Il Vangelo ci invita a prenderci cura del prossimo come ha fatto Gesรน che รจ venuto in un mondo religioso ormai sterile di bene, ripiegato su se stesso in riti e tradizioni vuote che non portavano a nulla. Gesรน รจ quel vignaiolo della parabola che crede che anche lโ€™albero piรน sterile se รจ amato e curato puรฒ dare un frutto.

Sarebbe davvero bello che questo tempo di quaresima โ€œbellicoโ€ non solo terminasse con una Pasqua di pace per lโ€™Ucraina e per tutti i popoli in guerra, ma diventasse anche per noi un tempo per convertirci alla solidarietร  concreta, alla cura del prossimo, chiunque esso sia.

Questa quaresima โ€œbellicaโ€ ci porti a celebrare una Pasqua di resurrezione del cuore, facendoci scoprire che siamo capaci, nonostante tutti i nostri difetti, paure ed errori, di portare sempre buoni frutti e capaci di rendere il mondo meno sterile di amore.


Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)