don Franco Scarmoncin – Commento al Vangelo di domenica 30 Aprile 2023

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1° Lettura

– La pagina è la continuazione del lungo discorso

di Pietro al popolo.

– Pietro parla di Gesù

che tanti avevano conosciuto,

dice:

       1° è passato in mezzo a noi

beneficando

e facendo del bene a tutti

       2° voi l’avete condannato

e crocefisso,

lasciandovi ingannare da persone empie

                                          (senza Dio)

       3° Dio lo ha risuscitato,

facendolo Signore e Dio

– La gente ascoltando Pietro

prende coscienza dell’errore commesso

e chiede:

“Che cosa dobbiamo fare?”

       1° pentitevi del male commesso,

       2° fatevi battezzare

per ricevere lo Spirito Santo.

       3° per voi sono le promesse di salvezza

fatte dai Padri e dai Profeti.

– Pietro esortava tutti a salvarsi,

a prender le distanze

da quella generazione “perversa”,

che aveva cioè smarrito la strada giusta.

– 3 mila persone si convertirono

alla parola di Pietro.

Lo Spirito Santo stava veramente operando

con e negli Apostoli;

un povero pescatore

che in piazza riesce a convincere

migliaia di persone,

ebrei che fino al giorno prima

avevano rifiutato Gesù

e

gridato a Pilato, nei suoi confronti:

“Crocifiggilo”.

– La Parola di Pietro,

illuminato dallo Spirito,

era riuscita a fare breccia su animi

poco prima impermeabili alla Parola di Gesù.

       VANGELO

– Durante questo domeniche di Pasqua,

stiamo vedendo uno a uno i segni

che ci parlano di Risurrezione:

1°  Gesù stesso

         aveva detto che sarebbe risorto

                                    (Luca 18)   (Marco 10)  (Matteo 20)

2° Il sepolcro vuoto                                         (Gv. 20)

3° le bende afflosciate e ripiegate (Gv. 20)

4° le bugie delle autorità                                  (Matteo 28)

5° le apparizioni                                           (Gv. 20)

6° i suoi amici e le donne lo sentono vivo

7° il cambiamento repentino degli Apostoli

8° La forza di convincimento sulla gente

         della predicazione degli Apostoli       (Atti 2)

9° i tentativi delle autorità religiose

         per fermare gli Apostoli

         e la diffusione della notizia                      (Atti 4-5)

10° i miracoli:

         il paralitico guarito da Pietro e                         Giovanni alla porta del Tempio                (Atti 3)

         la liberazione miracolosa di Pietro           (Atti 12)

11° i martiri per Cristo:        

                  S.Stefano   (Atti 7)

                  S.Giacomo (Atti 12)

12° la conversione di S.Paolo                  (Atti 9)

13° la rapidità con cui si è diffuso il cristianesimo

14°  la Sindone

Tenendo presente la 1° Lettura:

il discorso di Pietro in piazza a Gerusalemme

e le tre mila conversioni…

oggi ci soffermiamo a riflettere proprio sulla

La forza di persuasione

della predicazione degli Apostoli.

e sulla rapidità

con cui il cristianesimo si sia diffuso.

– Il primo discorso di Pietro

in piazza a Gerusalemme

portò la battesimo 3 mila persone (1° Lettura).

– Gli Atti degli Apostoli

seguono e narrano la storia della prima Chiesa:

quello che hanno fatto e vissuto gli Apostoli,

senza la presenza di Gesù.

Quando Pietro in pubblico prende la parola

migliaia di persone

aderiscono al suo invito di conversione

e si fanno battezzare.

– Per rappresaglia e vendetta

dei capi del popolo e il Sinedrio

convocano i Discepoli

più volte davanti in Sinedrio,

il massimo tribunale ebraico:

vengono più volte ammoniti severamente

di non parlare più nel nome di Gesù;

poi minacciati di ritorsioni e castighi,

alla fine arrivano alle percosse,

e a uccidere

Giacomo e poi  Stefano;

mettono in carcere Pietro

e anche tutti gli Apostoli…

in un crescendo di minacce e punizioni

sempre più forti e gravi.

Ciò che stupiva il Sinedrio era che:

“uomini illetterati come erano gli Apostoli

sapessero parlare

con tanta convinzione

da lasciare tutti stupiti”;

gli Apostoli mettevano in imbarazzo

i Sacerdoti e gli Scribi

tanto da non essere in grado di replicare,

se non con le minacce”.

E ogni volta che gli Apostoli

venivano convocati in tribunale

e poi rilasciati, magari con le ossa rotte,

venivano accolti dalla folla,

con segni di incoraggiamento

e di festa per la loro liberazione,

per aver resistito con forza d’animo

agli scribi e farisei

e alle percosse.

– Il Libro degli Atti degli Apostoli

è un libro di storia:

la storia di quello che hanno detto

e compiuto i discepoli nei primi decenni.

All’inizio gli Atti degli Apostoli seguono

la storia di Pietro, i suoi movimenti,

le prime scelte incerte

di come comportarsi con i pagani;

ispirato dallo Spirito,

va in casa  di un pagano, Cornelio,

e dopo una catechesi su Gesù morto e risorto,

lo converte unitamente alla sua famiglia.

Poi gli Atti ci narrano di

Filippo, uno dei diaconi;

questi si incontra con il ministro

della Regina di Etiopia,

parla con lui e alla fine lo battezza.

Infine gli Atti seguono la storia

di S. Paolo.

Questi girerà tutta l’Asia minore,

la Siria, entra nell’attuale Turchia,

percorre la Macedonia,

la Grecia,

l’Italia…

creando comunità cristiane ovunque

portando la fede di Cristo

perfino dentro la città di Roma.

– Se già nel 60 d.C. erano iniziate le persecuzioni

è segno che la diffusione del cristianesimo

era capillare su tutto l’impero romano.

La fede e i principi cristiani

venivano percepiti dai pagani,

dagli imperatori romani come un pericolo

per la solidità e la sicurezza dell’impero.

Se poi Costantino nel 313

decide di fare della religione cristiana

“religione di Stato”

è segno che i cristiani

erano praticamente diventati

la maggioranza della popolazione

del suo impero.

La comunità cristiane erano diffuse

in tutto l’impero romano e oltre:

le coste del Nord-Africa erano cristiane,

le terre bagnate dal mare Mediterraneo,

nonché l’interno della Turchia,

della Grecia, della Dalmazia, dell’Italia.

La popolazione dell’Impero

era prevalentemente cristiana;

e nei Paesi che ora chiamiamo Iran, Iraq,

Algeria e Marocco, ecc…

il cristianesimo era maggioranza.

– Questo sta ad indicare

con quale rapidità

si sia diffusa la fede cristiana

nei primi tre secoli,

senza la forza delle armi

 o altri mezzi umani,

ma solo con la predicazione

prima dei Discepoli e poi

da comunità a comunità.

Si avvertiva ancora forte e viva

la fede delle origini.

Diceva S.Paolo:

Dio usa strumenti poveri

per diffondere la fede e il suo messaggio,

perché non abbiamo da pensare

che siamo noi bravi e convincenti

tanto da convertire le persone

con la nostra capacità di persuasione,

con la nostra logica,

con la nostra oratoria.

I nostri mezzi oggi (radio, TV, stampa…)

sembrano più un ostacolo che un aiuto alla fede.

Fonte