don Francesco Pedrazzi – Commento al Vangelo di domenica 5 Febbraio 2023

«Voi siete la Luce del mondo»

«Voi siete il sale della terra… Voi siete la luce del mondo!»

Si noti il verbo all’indicativo: «Voi SIETE», non «voi SIATE». Gesù non ci esorta a fare qualcosa, ma ci ricorda chi siamo sin dal nostro Battesimo. È da questa presa di coscienza, semmai, che scaturiscono le opere. 

Si noti, inoltre, il plurale, in riferimento ai discepoli. Non «TU sei il sale… la luce… ma VOI siete». Io da solo non posso essere “sale della terra” e “luce del mondo”, ma insieme agli altri discepoli, perché questa luce e questo sapore hanno a che fare prima di tutto con l’amore, con il volersi bene. In occasione dell’ultima cena, infatti, Gesù dirà: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». (Gv 13,35). I discepoli di Gesù sono sale della terra e luce del mondo quando si amano come Lui ci ha amati (cf. Gv 13,34).

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In terzo luogo, si noti la specificazione: “…DELLA TERRA” e “DEL MONDO”. Non siamo “luce” e basta, “sale” e basta… Ma luce che illumina il mondo e sale che dà sapore alla terra. Il cristiano – se davvero ha incontrato Gesù – non vive per se stesso (cfr. Rm 14,7), ma è continuamente proiettato verso gli altri, trova gioia nel vivere “per gli altri”. Altrimenti diviene «sale che perde sapore», ovvero sale inutile, perché nessuno mangia del sale a meno che sia messo nelle pietanze… o lampada «sotto il moggio», che non serve a nulla.

Gesù conclude dicendo: «Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli». Siamo luce non per farci ammirare dagli altri, ma perché gli altri, tramite noi, ammirino la bellezza e la grandezza di Dio. Lui, Gesù Cristo, infatti ha detto: «Io sono la luce del mondo» (Gv 8,12). Non siamo “generatori” di luce, ma “vetriche lasciano trasparire la “Luce vera che illumina ogni uomo” (cf. Gv 1,9) 

Scriveva Santa Teresa Benedetta della Croce: «Ogni cristiano dovrebbe essere come un vetro, attraverso il quale la luce dell’amore di Dio discende sul mondo. Il vetro non può essere opaco o sporco, altrimenti ostacola la luce». 

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