don Francesco Pedrazzi – Commento al Vangelo del 20 Giugno 2021

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Il tempo della fede

Giobbe conosce il Signore mentre gli parla ยซin mezzo allโ€™uraganoยป. Infatti, esclama: ยซIo ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno vedutoยป (cf. Gb 38,1; 42,5)

Cosรฌ avviene ai discepoli di Gesรน nel brano evangelico di questa domenica. ยซCi fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: โ€œMaestro, non tโ€™importa che siamo perduti?โ€ยป.

Lo chiamano โ€œMaestroโ€ perchรฉ fino a poco prima egli era per loro colui che insegnava i segreti del Regno di Dio in parabole. Ma รจ per mezzo di questa esperienza drammatica che essi acquisiscono una nuova conoscenza di Gesรน: intuiscono che Dio stesso opera in Lui, perchรฉ nessuno se non Dio soltanto puรฒ comandare al mare.

รˆ interessante qui il parallelismo con il primo intervento straordinario di Gesรน nel Vangelo di Marco: un esorcismo nella sinagoga di Cafarnao. Il comando allo spirito impuro รจ lo stesso che rivolge al vento: ยซTaci!ยป. Si legge nella prima lettura, dal libro di Giobbe: ยซFin qui giungerai e non oltre e qui sโ€™infrangerร  lโ€™orgoglio delle tue onde?ยป. Dio pone quindi un limite invalicabile alla potenza mortifera di satana.ย 

Il mare รจ un simbolo delle forze del male che insidiano la nostra vita.

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Ci sono momenti in cui abbiamo lโ€™impressione di affondare. In cui il male pare prendere il sopravvento. Dio non interviene, sembra che dorma. Ed รจ in quei momenti che scaturisce dal nostro cuore il grido di fede piรน bello e accorato: ยซโ€ฆnon tโ€™importa che siamo perduti?ยป. Dio ha bisogno del nostro grido per intervenire. Non perchรฉ non sappia che siamo in pericolo, ma perchรฉ la sua grazia non puรฒ operare senza il desiderio umano. I cerbiatti quando rimangono soli e avvertono il minimo pericolo fanno un verso, simile a un forte miagolio, per richiamare lโ€™attenzione della mamma e la mamma subito viene in loro aiuto. Cosรฌ, quando nelle tempeste della vita gridiamo verso Dio, egli non ci lascia mancare il suo soccorso paterno. Non solo: proprio grazie al nostro grido di fede โ€œin mezzo alla tempestaโ€ possiamo approfondire la conoscenza del vero volto di Dio. รˆ in mezzo alle grandi prove della vita che noi possiamo maggiormente crescere nella fede e nella conoscenza di Dio!

Gesรน rimprovera i discepoli dicendo loro: ยซPerchรฉ avete paura? Non avete ancora fede?ยป. ย Avere fede รจ sapere che la propria vita riposa nelle mani di Dio, che non ci puรฒ accadere nulla di male, perchรฉ il peggiore dei mali, la morte, รจ stato vinto da Cristo.

La fede nasce dallโ€™esperienza di essere amati follemente da Dio in Cristo. Come scrive san Paolo: ยซQuesta vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per meยป (Gal 2,20). Se Cristo mi ha amato fino a morire per me, di che cosa devo avere paura? Sono ormai una creatura nuova. Come direbbe la Serva di Dio Chiara Corbella: ยซSiamo nati e non moriremo mai piรน!ยป.

รˆ in questo orizzonte che possiamo comprendere le stupende parole di Paolo, nella seconda lettura di oggi: ยซFratelli, lโ€™amore del Cristo ci possiede; e noi sappiamo bene che uno รจ morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli รจ morto per tutti, perchรฉ quelli che vivono non vivano piรน per se stessi, ma per colui che รจ morto e risorto per loroโ€ฆ., se uno รจ in Cristo, รจ una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove!ยป.

รˆ passato il tempo della paura. รˆ iniziato il tempo della fede!

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