La Luce che vince le tenebre
Continua la difesa di Paolo nei confronti del proprio ministero e di quello dei veri apostoli, in polemica con i superapostoli, che si vantano di essere i migliori, i piรน santi, e criticano i loro fratelli. Dinanzi alla tendenza a vantarsi ยซda un punto di vista umanoยป, Paolo fa ricorso a un tema a lui molto caro, che troviamo anche in altre lettere (cf. Gal 6,14; 1 Cor 2,2; 3,18-21): il vero apostolo non dovrebbe vantarsi di nientโaltro che della croce di Cristo, cioรจ del dono di poter partecipare alle sue sofferenze per la salvezza dei fratelli. Questo รจ lโunico vanto legittimo, perchรฉ รจ possibile solo in forza dello Spirito Santo (cf. 1Cor 2,14). ย
Paolo risponde quindi ai superapostoli adottando ironicamente la loro stessa argomentazione: ยซVi vantate? Bene, allora mi vanterรฒ anchโio! E vediamo chi tra noi รจ migliore!ยป. Ma, lo fa spiazzando completamente i suoi lettori, perchรฉ, dopo aver ricordato che ยซda stoltoยป ย anchโegli potrebbe vantarsi per ragioni umane, inizia un elenco impressionante di tribolazioni, fatiche, avversitร , sofferenze di ogni genere vissute per amore di Cristo: ยซCinque volteยป รจ stato flagellato, tre volte ยซbattuto con le vergheยป, una volta lapidato, tre volte ha fatto naufragioยป; ยซviaggi innumerevoliยป, ยซpericoliยป di ogni genere, anche ยซda parte di falsi fratelliยป; ยซdisagi e fatiche, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nuditร ยป, oltre alla ยซpreoccupazioneยป quotidiana per tutte le Chiese.
E conclude: ยซSe รจ necessario vantarsi, mi vanterรฒ della mia debolezza!ยป.
In questo modo, lโApostolo smonta alla radice la vanagloria dei superapostoli, perchรฉ โ come scrive nel celebre โinno alla caritร โ (1Cor 13,1-7) โ se anche uno potesse fare miracoli strepitosi, parlare come un angelo o fare profezie sul futuro, ma poi fosse privo della ยซcaritร ยป, cioรจ dellโamore umile e paziente, che non si vanta e che tutto sopporta per amore della veritร , non sarebbe โNULLAโ.
Il problema di fondo รจ la purezza delle intenzioni.ย Perchรฉ โ o meglio โ โPER CHIโ fatichiamo, operiamo e viviamo? Per noi stessi o per Cristo? Per vanto o per amore?
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ร in questo senso che il vangelo di oggi invita ad avere un occhio ยซsempliceยป: cioรจ che โnon si affanna per molte coseโ, che non cerca altro al di fuori di Dio e della sua volontร , sapendo che questa รจ lโUnica cosa necessaria (cf. Lc 10,42). Viceversa โ dice Gesรน, โ ยซse il tuo occhio รจ cattivo, tutto il tuo corpo sarร tenebrosoยป.
Non possiamo nascondere lโipocrisia! Chi agisce con un doppio fine, strumentalizza gli altri per i propri interessi, recita una parte per apparire innamorato di Gesรน, mentre in realtร รจ soltanto devoto di se stesso, lascia trasparire questa ipocrisia in tutta la sua persona, che sarร come avvolta da un velo di oscuritร . ร soprattutto nel tempo delle contrarietร che si rivela se il nostro occhio รจ semplice o cattivo, se siamo animati dallโAmore di Cristo o dallโamor proprio; perchรฉ il discepolo davvero innamorato di Cristo crocifisso โbenedice il Signore in ogni tempoโ, come si legge nel Salmo di oggi, e non cerca altro vanto che nel prendere parte alle sue sofferenze, per entrare un giorno nella sua gloria. ย
Per avere lโocchio semplice esercitiamoci a fissarlo su Gesรน, ad esempio attraverso la pratica frequente dellโADORAZIONE EUCARISTICA. Guardiamo a Lui, il nostro unico Tesoro! Ricordiamo che โdovโรจ il nostro tesoro, lร sarร anche il nostro cuoreโ. Anche se nel cuore cโรจ oscuritร , guardando a Gesรน saremo rischiarati dalla Luce di Dio. Basta un fiotto di luce per diradare le tenebre di una stanza buia!
โGuardiamo a Lui e saremo raggianti!โ (cf. Sal 33,6).



