don Francesco Pedrazzi – Commento al Vangelo del 17 Luglio 2021

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La grande paura

Come un fiume che si disperde in mille rivoli e dissecca cosรฌ รจ la vita di chi pensa solo a distrarsi e a divertirsi per vincere la paura della morte e per evitare di riflettere sul proprio destino eterno.

La prima lettura riporta lโ€™evento memorabile dellโ€™uscita di Israele dalla terra di Egitto. Per noi discepoli di Gesรน questa liberazione รจ unโ€™immagine eloquente del passaggio dalla condizione di schiavi alla condizione di figli, di uomini liberi, in forza della grazia di Cristo.

Nella Lettera agli Ebrei si legge che ยซCristo ha ridotto allโ€™impotenza mediante la sua morte colui che della morte ha il potere, cioรจ il diavolo, e ha liberato cosรฌ quelli che, per timore della morte, sono soggetti a schiavitรน per tutta la vitaยป (Eb 2,14-15).

La paura della morte รจ quindi il filo attraverso cui il burattinaio infernale ci tiene prigionieri! รˆ unโ€™ombra che sovrasta lโ€™esistenza dellโ€™uomo, che egli lo sappia o no, e che gli impedisce di essere pienamente libero, di essere sรฉ stesso. ยซLโ€™ombra di morteยป di cui parla il Cantico di Zaccaria, si dirada quando siamo visitati da Cristo il ยซsole che sorge dallโ€™altoยป (cf. Lc 1,78-79).

Gesรน ci libera da questa paura e ci permette di guardare in faccia alla morte come a una โ€œsorellaโ€, non come a una fonte di angoscia.

Ma davvero abbiamo permesso a Cristo di liberarci dalla paura della morte?

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Come ha scritto il grande filosofo Blaise Pascal tanti cristiani non sono mai stati veramente ยซguariti dalla morteยป, ma al contrario decidono ยซnon pensarciยป gettandosi sul ยซdivertissementยป, cioรจ su quelle distrazioni mondane che impediscono di pensare, di riflettere sul proprio destino eterno, e il โ€œdivertissementโ€ diviene in realtร  ยซla maggiore tra le nostre miserieยป (Blaise Pascal,ย Pensieri, n. 168.171)

Tutte le nostre pigrizie e indolenze, le nostre angosce, ansie, paturnieโ€ฆ cosรฌ come lโ€™ira, la violenza verbale e fisicaโ€ฆ sono tutte figlie della paura della morte, della paura di invecchiare, di ammalarci, di divenire impotentiโ€ฆ ย Ma non possiamo vincere questa paura scegliendo di non riflettere sulla morte e di gettarci a capofitto nelle distrazioni: al contrario, questo ci porta a una vita mediocre, dispersa in mille distrazioni e piaceri mondani, come un fiume che si disperde in mille rivoli e dissecca o come, come un uccellino in una gabbia aperta che preferisce la schiavitรน con il cibo assicurato, a una condizione di vera libertร .

Vivere ogni giorno della nostra vita terrena, con la coscienza che potrebbe essere lโ€™ultimo, ma sentendosi in coscienza sereni e pronti a incontrare il Giudice della vita, รจ un segreto di grande sapienza! (cf. Sal 90.12). รˆ ciรฒ che ci consente di imitare Gesรน buono e umile di cuore, ritratto oggi dalle parole di Isaia: ยซColui che non alza la voce, non spezza una canna giร  incrinata e non spegne una fiamma smortaโ€ฆยป. Colui che dinanzi a coloro che volevano ยซfarlo morireยป continua ad essere sereno, mansueto come un agnello, perchรฉ non libero dalla paura della morte.

Nel Getsemani ci insegna che la preghiera accorata di abbandono nelle braccia del Padre รจ il grande rimedio per vincere gli assalti del โ€œPrincipe della morteโ€.

Metti nel nostro cuore, o Signore, la certezza che tu hai vinto la morte, che chi crede in te non muore, ma entra nella vita! Amen.

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