Avvento e l’Importanza della Meta Escatologica
il commento di don Fabio riflette sull’annuncio di Giovanni Battista, “il regno dei cieli รจ vicino,” interpretandolo non come una minaccia, ma come una gioiosa notizia dell’iniziativa divina.
Don Fabio sottolinea che l’Avvento non invita primariamente l’uomo ad avvicinarsi a Dio, ma celebra il fatto che รจ Dio che si sta facendo vicino a noi per compiere la sua opera di salvezza. La vera conversione richiede l’apertura al “reset della storia” che Dio sta operando, spesso in modi che diversi da ciรฒ che pensiamo o pianifichiamo.
L’abbigliamento primordiale di Giovanni Battista simboleggia questo nuovo inizio radicale, contrapposto a coloro che tentano di imprigionare la volontร divina nella propria ritualitร o razionalitร . Infine, il messaggio esorta i fedeli a liberarsi di tutto ciรฒ che รจ infruttuoso o inutileโla “paglia”โperchรฉ solo ciรฒ che รจ “tesoro nel cielo” รจ duraturo e inattaccabile.
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5 lezioni controintuitive dall’Avvento che cambieranno il tuo modo di aspettare
Introduzione: Piรน Che una Semplice Attesa
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L’Avvento รจ un tempo familiare, scandito da figure come Giovanni Battista, la cui voce austera risuona dal deserto. Spesso percepiamo il suo messaggio come cupo, quasi minaccioso, un severo richiamo alla conversione. Ma questa รจ una lettura superficiale. L’annuncio di Giovanni non รจ una minaccia, ma “una cosa meravigliosa”. Dietro la sua apparente durezza si nascondono veritร sorprendenti e profondamente liberatorie sulla fede e sulla vita, capaci di capovolgere il nostro modo di vivere la spiritualitร . Questo articolo esplora cinque di queste lezioni controintuitive, distillandole direttamente dal Vangelo della Seconda Domenica di Avvento, per scoprire che la vera preparazione non รจ ciรฒ che facciamo noi, ma ciรฒ che permettiamo a Dio di fare in noi.
1. Non sei tu che ti avvicini a Dio, ma รจ Lui che si avvicina a te.
Spesso interpretiamo la frase “il regno dei cieli รจ vicino” come un’indicazione geografica, come se fossimo noi a dover compiere l’ultimo passo per raggiungere una meta. Il testo originale greco, perรฒ, implica un’azione in corso, un movimento attivo: il regno dei cieli “si fa vicino”. ร Dio che prende l’iniziativa, che si muove verso di noi, che sta venendo a cercarci.
Questa idea ribalta la prospettiva comune della vita di fede. Il nostro compito non รจ scalare una montagna per raggiungere Dio, ma aprirci alla Sua opera. La chiamata a “preparare la via del Signore, raddrizzare i suoi sentieri” non significa perfezionare i nostri percorsi, ma fare spazio ai Suoi. Come chiarisce il testo, “i sentieri sono quelli del Signore, non sono i nostri”. Non si tratta di costruire qualcosa, ma di accogliere Colui che arriva.
Convertitevi perchรฉ il regno dei cieli รจ vicino.
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L’Avvento, quindi, non celebra il nostro tentativo di raggiungere Dio, ma la notizia incredibile che รจ Lui a cercarci, a farsi vicino, a prendere l’iniziativa per salvarci.
2. L’abito strano di Giovanni Battista รจ il simbolo di un “reset divino”.
Il Vangelo descrive Giovanni con un aspetto decisamente peculiare: “un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi”, mentre il suo cibo erano “cavallette e miele selvatico”. Questo look non รจ un vezzo eccentrico, ma un potente simbolo. Rappresenta uno stato primordiale, “precivile”, che richiama la veste di pelli che Dio stesso diede ad Adamo ed Eva: un nuovo inizio, una promessa di protezione. Anche il cibo rimanda a momenti in cui Dio interviene direttamente nella storia, come le piaghe d’Egitto o il dono della terra promessa.
L’aspetto di Giovanni annuncia un “reset della storia”. Sta per accadere qualcosa di talmente nuovo da rovesciare ogni prospettiva. Questo ci insegna che quando Dio interviene, spesso lo fa riportandoci all’essenziale, spogliandoci delle sovrastrutture e delle complicazioni che ci siamo costruiti, per farci ricominciare da capo.
3. Essere troppo “religiosi” puรฒ essere il rischio piรน grande.
Quando Giovanni Battista vede arrivare al suo battesimo i farisei e i sadducei, le รฉlite religiose del tempo, li apostrofa con parole durissime: “razza di vipere”, ovvero “figli del serpente”. L’insulto รจ scioccante, ma rivela una veritร profonda. La loro colpa non era la mancanza di fede, ma l’eccesso di controllo. Volevano organizzare l’opera di Dio, renderla “piccola, tascabile, manipolabile”, incasellarla dentro la loro visione e i loro riti.
Questo รจ il rischio piรน grande anche per noi: aver “deificato la nostra visione”, aver idolatrato la nostra idea di Dio, al punto da non essere piรน disposti ad accettare che Lui possa salvarci in un modo che non avevamo previsto. Quante persone, proprio a partire da una sofferenza inaspettata o da un momento di destabilizzazione, iniziano finalmente a camminare, perchรฉ si scoprono incapaci di “tenere al guinzaglio la volontร di Dio”? Il paradosso รจ che, a volte, proprio chi si crede piรน vicino a Dio รจ chi Lo rifiuta, perchรฉ non si conforma alle sue aspettative.
4. L’ascia alla radice dell’albero รจ una buona notizia.
L’immagine dell’ascia posta alla radice degli alberi, pronta a tagliare ciรฒ che non porta frutto, รจ un’icona classica associata a Giovanni Battista. A prima vista, sembra una minaccia terrificante. Invece, il Vangelo la presenta come una “buona notizia”. Perchรฉ? Perchรฉ l’urgenza di recidere ciรฒ che รจ infruttuoso รจ una liberazione. ร l’opportunitร di essere finalmente spogliati di tutto ciรฒ che รจ inutile, pesante e sterile nella nostra vita.
Pensiamo quanto puรฒ essere importante e urgente che noi ci liberiamo dell’inutilitร nella nostra vita, ci liberiamo dell’infruttuoso.
Se in questo tempo della nostra vita sta accadendo qualcosa che ci mette in crisi, che ci toglie delle sicurezze, forse รจ proprio quell’ascia divina all’opera. Non una punizione, ma una potatura salvifica. “Lasciamo che ci spogli di ciรฒ di cui ci deve spogliare”, per permetterci di crescere piรน sani e piรน forti.
5. Se il mondo puรฒ portartelo via, forse non era cosรฌ importante.
Il discorso di Giovanni si conclude con l’immagine della paglia separata dal grano e gettata nel fuoco. Questa paglia rappresenta tutto ciรฒ che รจ transitorio, senza valore eterno. Il concetto si lega all’insegnamento di Gesรน: “Fate un tesoro nel cielo dove i ladri non rubano e dove il tarlo non consuma”.
La logica che ne deriva รจ tanto semplice quanto inesorabile. Se un ladro puรฒ rubarlo, vuol dire che non รจ roba del cielo. Se la fama puรฒ toglierlo, se la corruzione del mondo puรฒ distruggerlo, allora non รจ un vero tesoro. L’invito รจ potente e liberatorio: tutto quello che il mondo ci puรฒ togliere, lasciamolo andare. Se puรฒ essere portato via, si vede che non รจ fatto per l’eternitร .
Conclusione: Sei pronto a essere sorpreso?
Il filo conduttore di queste cinque lezioni รจ chiaro: l’Avvento non consiste nel prepararci secondo i nostri schemi, ma nel renderci disponibili all’azione imprevedibile e salvifica di Dio. ร la sorpresa di un Dio che si fa vicino (Lezione 1), che agisce con simboli primordiali (Lezione 2), che scardina le nostre certezze religiose (Lezione 3) e che usa persino l’ascia della prova per liberarci (Lezione 4), per lasciarci solo con ciรฒ che conta davvero (Lezione 5). La vera preparazione non รจ aggiungere, ma accettare un “reset” interiore che ci spogli dell’inutile per fare spazio a un nuovo inizio. La vera attesa รจ disponibilitร alla sorpresa.
In quale area della tua vita hai giร deciso come Dio dovrebbe agire? E cosa accadrebbe se, invece, ti preparassi semplicemente a lasciarlo arrivare, nel modo e nel tempo che Lui ha scelto?
[testo non di don Fabio]
Qui tutti i commenti di don Fabio Rosini
Commento di don Fabio Rosini al Vangelo di domenica 7 dicembre 2025 – Anno A, dai microfoni di Radio Vaticana (dove potete trovare il file audio originale utilizzato nel video).
